Rosa dei Banchi da Dondena per il Colle della Rosa, il cengione sud e il crestone est

Rosa dei Banchi da Dondena per il Colle della Rosa, il cengione sud e il crestone est
La gita
andrea81
31/07/2010
Accesso stradale
buono fino a Dondena, sterrata un po' sassosa e polverosa

Gita fortemente voluta da Marco (erano anni che mi stressava). Partiti con l’ipotesi di fare il passaggio esposto della normale, ho portato corda e imbrago. La salita dal vallone dei banchi è un po’ da ricercare ma bella perchè l’ambiente è selvaggio al punto giusto. Siamo saliti per sfasciumi sulle rocce che sostengono il fu ghiacciaio dei banchi, ora poco più di pezzetti di nevaio, tenendoci a destra per attraversare la neve nei punti più pianeggianti.
Un po’ faticoso ma senza problemi lo strappo su sfasciumi e rocce instabili prima del colle.
Da qui seguito la cresta, ravanando un po’ per aggirare il primo dentino (affrontabile invece direttamente). Poi una volta di fronte alla roccia con le lapidi, abbiamo subito individuato la cengia, che dalle descrizioni lette pareva essere molto pericolosa, invece è un discreto sentierino, molti ometti, mai esposto anche se su terreno un po’ detritico e scivoloso. La cengia attraversa prima il versante sud, poi quello sud-est, dove una lieve traccia porta alla base del crestone. Abbiamo impiegato un po’ a trovare la via corretta, perchè di cengie con sentieri ce ne sono un po’ ovunque, ma questo a causa della scarsa visibilità per l’assenza di punti di riferimento.
Individuato il percorso di cresta, l’abbiamo abbandonato per salire il pendio di sfasciumi e roccette (F se si segue la cresta) fino a sbucare ad un piccolo ripiano di nuovo sulla cresta stessa, ora detritica. Qui ci è apparsa la croce in una schiarita, eravamo ormai a 50 m. Ultimo tratto sul filo (esposto sul versante valdostano) e finalmente in cima.
Molta soddisfazione per essere riusciti a trovare il percorso migliore senza rischi nonostante le nebbie.
Discesa a ritroso senza alcun problema.

Solo io e Marco, peccato per il panorama quasi nullo.

foto www.lafiocavenmola.it

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