Una considerazione preliminare: a mio avviso, non esistono percorsi escursionistici plausibili per salire su questa montagna. La variante di cui al punto 2 non mi e’ parsa sicura: la cengia esiste, ma si tratta di un percorso delicato, franoso, scivoloso e molto esposto. Sconsiglierei vivamente di addentrarvisi. Esiste invece un percorso alpinistico di grado F(+). C’e’ una corda fissa, ma il vento (credo) tende a spostarla dalla parte sbagliata, su una paretina di IV grado con un’uscita poco proponibile..Bisogna cercare invece il passaggio dietro la cresta, sul versante valdostano, c’e’ una buona fessura che riporta in cresta, permettendo di oltrepassare le asperità. Se la corda dovesse essere dalla parte sbagliata, mancherà in salita, ma la si potrà rimettere a posto al ritorno e usarla in discesa. E’ un po’ corta, ma se ne può’ aggiungere un’altra (se la si porta) per star più’ tranquilli in disarrampicata. E, comunque, potete usarne una vostra, se non vi fidate di quella presente, poiché è presente un anello che sembra piuttosto nuovo. Oltrepassato il canalino, il finale si svolge su una cresta un po’ “metafisica”, ma con attenzione si passa. Gran bella cima!! Ah, dimenticavo: per arrivare dal crestone dell’ Asgelas al Colle della Rosa, non fatevi tentare dal traverso, più’ diretto ma assai franoso e detritico: potrebbe essere molto pericoloso in caso di caduta. Il percorso giusto, indicato da ometti, peraltro molto ben posizionati su tutto il percorso (anche se rari) prevede di avvicinarsi fin quasi a toccare le rocce sotto la cupola finale dell’Asgelas, e costeggiarle passando sotto un pietrone sporgente (bisogna togliere lo zaino) e da li’, senza più difficoltà, uscire al colle (statuina), oppure uscire direttamente in cresta già dopo il colle.
Un carissimo saluto e caloroso ringraziamento ai tre escursionisti/alpinisti con molta esperienza (e che avevano la corda:) senza i quali la Rosa dei Banchi sarebbe rimasta per me un sogno incompiuto…