Partiti da Alboni, in 30 min. si giunge alla base della parete dove si notano subito i nomi delle vie alla base della bella e compatta parete. La salita: primo tiro, come già detto da chi ha percorso la via prima di noi, fessura e poi placca tecnica. Ho unito il secondo e terzo tiro in quanto S2 non esiste più. Quindi, utili uno o due friends medi per la prima parte, poi diedro fessurato leggermente strapiombante (fix al posto giusto), 6a “strettino” e così si sale per quasi 40 mt. Quarto tiro nulla da segnalare tranne una lama incastrata che si muove ma che sicuramente rimarrà al suo posto per altri 1000 anni. Poi, assolutamente sono da unire anche i tiri 5 e 6. Il sesto vale la via, con una fessura tecnica e verticale. Segue un muretto a dx e dopo circa 10 mt. c’è una sosta che noi abbiamo ignorato proseguendo per la bella placca del tiro finale. Discesa con tre doppie comodissime: 35 mt. a S6, poi seguire spit blu “Una favola per Dinda” 60 mt. e da qui a terra.
Era da qualche settimana che si parlava di questa via e così finalmente io e Sergio siamo venuti a percorrerla. Il posto e il paesaggio circostante è molto appagante e la via merita più frequentazione, infatti come si esce dalla linea di chiodatura si trova della roccia molto lichenata. Come già scritto da altri climber, la chiodatura mista vecchio/nuovo può lasciare qualche dubbio, basta non testare la tenuta del vecchio. Bravi agli apritori. Un’altra bella salita con il Turbo amico.