Abbiamo ripetuto la via “Base Jump”, facilmente identificabile grazie alla freccia bianca posta alla base (e grazie al nome della via, poco visibile da lontano).
La L1 è stupenda e con roccia magnifica, segue un breve trasferimento su erba verso le due linee di fix che salgono sulla placconata di destra. Alla base della placconata è presente una sosta (da attrezzare) comune alle vie “Il Tempio di Mudjakewis” (che attacca appena sopra la sosta) e “Base Jump” (che attacca a destra): sono comunque presenti delle frecce con i nomi delle vie.
La L2 è a mio avviso il tiro più duro della via. Fare attenzione alla rinviata del secondo fix (rischio di cadere sulla cengia sottostante). E’ presente ancora un po’ di terra nella parte alta, ma non disturba eccessivamente l’arrampicata.
Bellissimo anche il diedro della L3: un bel tiro di movimento con un paio di passaggi fisici (uno ad inzio tiro e uno alla fine). In corrispondenza dell’ultimo fix (dove si trova il secondo passaggio fisico del tiro) è presente un blocchetto di roccia mobile incastrato nella terra: fare attenzione a tirarlo! La sosta va attrezzata su 2 fix (è dunque necessario effettuare anche l’ultimo tiro de “Il Paradiso è di Pochi” per potersi calare).
La L4 è una stupenda placca delicata e continua. In cima si trovano due soste, di cui una nuovissima (consigliata quest’ultima per la calata).
Le calate avvengono su “Il Paradiso è di Pochi”: puntare a sinistra (faccia a monte) rispetto allo spigolo sottostante.
Un immenso grazie ai chiodatori che hanno lavorato duramente per riportare alla luce un piccolo gioiello.
E un altrettanto sentito ringraziamento ai soci/amici damup e Marco con i quali abbiamo trascorso una magnifica giornata ad arrampicare, sparare cavolate e fare merende sinoire (consigliatissimo il Setugrino!)