Presa la seconda corsa da Courmayeur, arriviamo in un attimo alla terminale. Mentre stiamo per approcciare il canalino che porta alla parte rocciosa della cresta veniamo accolti da una scarica di sassi. Questi vengono staccati da qualcuno più in alto, Matteo è sfiorato da una pietra da qualche decina di chili. Saliamo in fretta il canalino ghiacciato ma poi sbagliamo tenendoci troppo a sinistra, finiamo in un posto di m…. in cui è impossibile non smuovere pietre mentre continuano a piovercene addosso! Il posto più pericoloso in cui sia mai stato. Arriviamo alla gengiva alle 10.30, tardi! Ci avviamo comunque sulla cresta (molto affilata) visto che la neve tiene nonostante il caldo. Purtroppo il canalino ghiacciato ci fa perdere molto tempo costringendoci a manovre in sicurezza, col senno di poi meglio una doppia usando i maillont sulle rocce. Arriviamo sotto la verticale della cima a alle 13, rinunciamo a malincuore alla cima per evitare di perdere l’ultima benna. Cresta ripercorsa senza problemi di sorta e pendio sopra il ghiacciaio sceso stavolta nei punti giusti ma solo di poco meno pericoloso. Sul ghiacciaio finisco con una gamba dentro gli unici due crepacci che si vedono…gita da rifare fino al Dome ma dormendo al Torino. Tantissime cordate sul Dente, solo noi e altri due sulla cresta di Rochefort.
Con Matteo in una lunga e calda ma istruttiva giornata.