Ancora ottime condizioni, ma i nevai che ricoprono gli sfasciumi prima della Gengiva e le grandi cornici dei tratti più delicati di cresta, nelle ore più calde, iniziano a cedere in modo preoccupante: consiglio di dormire al Torino e partire sul presto, in modo da stare alla Gengiva prima delle 8. Noi abbiamo percorso la cresta fino all’anticima dell’Aiguille de Rochefort, poi l’ora tarda (siamo saliti con la prima da Courma) e le nuvole minacciose che hanno caratterizzato la giornata di sabato ci hanno indotto a tornare indietro.
Cresta sempre bella, traccia quest’anno particolarmente tranquilla e quindi itinerario mai troppo d’equilibrio (ciò non significa che sia banale: scivolare o inciampare è comunque vietato).
Con Luigi, che come tutti gli alpinisti in erba maledice le vie mentre ci sale, ma poi sogna di tornaci appena sceso. Qui un primo assaggio di ambiente alpino: scramble, cresta affilata, canalino di ghiaccio e qualche fugace carezza, su brevi passaggi, al meraviglioso granito del Bianco. Super, come sempre.