Partito in ritardo dal parcheggio alle 13 (dopo aver fatto la ferrata di Caprie al mattino), salendo la nebbia si è fatta sempre più fitta e per evitare rischi inutili (calcolate sempre bene i tempi, se partite in ritardo e poi succede qualche imprevisto, sono problemi…) sono arrivato al Cà d’Asti e poi sono salito un po’ sul retro del rifugio, a sinistra del sentiero, su facili roccette e detriti.
Un invito: come consiglia il cartello vicino al sentiero sopra La Riposa, “Rispettate la natura, seguite il sentiero”. Se ognuno passa dove vuole, si formano troppe tracce attorno a quella principale. E, durante le piogge, l’acqua “preferisce” andare dove non c’è l’erba, e quindi, se attorno alla traccia principale manca l’erba, si formano rivoli che scavano solchi, rovinando l’intero percorso.