Resegone – Punta Cermenati da Morterone

Resegone – Punta Cermenati da Morterone
La gita
joevaltellina
3 13/03/2010
Accesso stradale
ottime
Osservazioni
Nessuno
Equipaggiamento
Scialpinistica

Parcheggiata l’auto, nei pressi dell’eliporto, si calzano gli sci e si sale su traccia veloce con un buon grip. Andando su, aumenta lo spessore della recente neve asciutta (circa 20 cm ) appoggiata su un fondo duro. In alto, vento teso da nord. Il rifugio Azzoni è aperto.
Nonostante l’orario (13.00): discesa ancora su neve polverosa, leggermente bagnata.
P.S. Nella parte bassa, per evitare i numerosi passaggi e trovare migliori condizioni di neve, noi abbiamo preferito rimanere sulla sx, scendendo lungo il bel bosco di faggi e betulle.

I CONQUISTATORI DELL’INUTILE – IL MONTE RESEGONE
Fino alla fine del XVIII secolo, non ci si recava sulle Alpi per ammirare i paesaggi o praticare uno sport, ma solo per passare da un versante all’altro. Nessuno saliva sulle montagne per diletto e le Alpi erano sempre un ostacolo da superare, mai una meta.

“…la costiera scende appoggiata a due monti contigui, l’uno detto di San Martino, l’altro, con voce lombarda, il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega. Dall’una all’altra di queste terre, dall’alture alla riva, da un poggio all’altro, corrono sentieri e stradette, più o men ripide, o piane”. (CAP I PROMESSI SPOSI)

Per uno di questi sentieri salivano bei belli, la mattina del 13 marzo di un anno imprecisato, due eccentrici viaggiatori vestiti di nero: il primo, allegro e rumoroso come un furetto appena uscito dalla propria gabbia, non molto alto, con una testa completamente rasata e il cui aspetto annunciava una giovinezza ormai trascorsa; il secondo, un poco più alto, di poche parole, in testa un berretto nero che nascondeva una rada chioma antica. La loro andatura era affaticata, ma non cascante e portavano ai piedi un paio d’assicelle colorate per non affondare nella neve, delle pelli incollate sotto le stesse per non arretrare, nelle mani tenevano due lunghi bastoncini metallici per sostenersi meglio e sulla groppa una piccola sacca colorata.
Che cosa andassero a fare, questi due scentrati pellegrini, in cima all’imbiancato Resegone, sotto un sole abbacinante e un cielo trasparente, non c’è dato da sapere: forse a caccia di streghe sfuggite quassù al frate inquisitore Geronimo Fulgenzio Rangone, o per sciogliere qualche voto fatto a San Bernardo di Mentone, o magari alla ricerca di draghi alpini, o chissà cos’altro…

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