4Km
Materiale: corda da 40 m, un paio di cordoni e fettucce, friends Camalot C4 dallo 0.4 al 2.
Da Usellières proseguire sulla strada chiusa al traffico fino ad incrociare il sentiero numero 9 per il Rifugio Epée che sale regolarmente nel bosco fino all’alpeggio Epée de Plontains e poi al rifugio (1:15 ore).
Dal rifugio proseguire sull’alta via n. 2 fino al Col Fenêtre, che si raggiunge tramite un ripido pendio.
Sulla destra del colle, lato Valgrisenche, proseguire su una cengia e poi per sfasciumi e tenersi ad una quindicina di metri sotto al filo di cresta. Proseguire verso SSE per circa 150 metri (I), quindi portarsi sul filo di cresta in corrispondenza di una prominenza. Seguire la cresta, in questo primo tratto, migliore sul lato Valgrisenche, fino a raggiungere un piccolo gendarme (I). Qui un’apertura della roccia permette di osservare l’intera cresta che si innalza prima sulla Cima del Bouc, quindi alla Rabuigne e poi prosegue fino alla Grande Rousse Nord. Riportarsi un po’ più in basso rispetto al filo di cresta sul lato Valgrisenche evitando un leggero innalzamento della cresta (II). Riavvicinarsi al filo dopo aver aggirato un altro piccolo gendarme. Da qui spostarsi sul lato Rhemes, dove l’esposizione è notevole, ma il passaggio è reso possibile da piccole cenge e da facili roccette pochi metri sotto il filo. Proseguire su questo lato per circa 200 metri, quindi superare una piccola sporgenza rocciosa (II). Continuare per un altro centinaio di metri sempre sul versante di Rhemes, quindi superare uno sperone dal lato della Valgrisenche (II). Riportarsi sulla sinistra della cresta e proseguire lato Rhemes con alcuni passaggi sul filo di cresta (II) fino alla minuscola ed esposta Cima del Bouc (II). La rampa finale per questa cima presenta grossi lastroni di roccia fratturati, leggermente più compatti rispetto all’attacco della cresta.
Dalla cima scendere tenendosi leggermente sul versante Valgrisenche fino a raggiungere un intaglio. Da qui, per evitare un primo gendarme, abbassarsi ancora sul lato Valgrisenche scendendo prima un muretto (II) e poi un canale detritico. Raggiunta una placca fessurata scendere ancora di qualche metro fino a imboccare un altro canale ascendente. Seguirlo fino a che non diventa un diedrino, uscire in placca e poi sul filo (III+ ben proteggibile), spuntone per sosta. Rimanere ancora sotto il filo per evitare un altro gendarme e rimontare sul terzo (II) per poi scendere dal versante Rhêmes per roccette ed erba. Da qui rimanere sul versante di Rhêmes e traversare per un centinaio di metri per roccette ed erba fino ad arrivare alla base del gendarme più alto della cresta (molto esposto, II). Salire un diedro molto spostato sul versante Rhêmes (II, roccia misto ad erba), poi traversare per rocce chiare un po’ rotte verso sinistra (II) fino alla base di un muretto inciso da una fessura che va superato direttamente (IV ben proteggibile). Salire su un blocco compatto inciso da un fessurino (III) e puntare alla fenditura tra le due punte del gendarme che si raggiungono tramite un diedrino (IV, possibilità di mettere un 2 in uscita). Scendere agevolmente su roccia compatta (II, esposto) fino a raggiungere una selletta dalla quale ci si sposta sul versante Valgrisenche per evitare altri due gendarmi e riportarsi sul filo. Da qui la cresta diventa più larga e rotta, risalirla per una ventina di metri e quando diventa troppo ripida tagliare a sinistra puntando ad una placconata che si risale sul suo margine destro per 5 metri (III). Quando la placca crea con la cresta un diedro, spostarsi di nuovo sulla dorsale a destra per blocchi. Risalirla fino a quando non diventa un bello spigolo proteggibile con fettucce (III). Finito lo spigolo non resta che seguire la dorsale fino in cima senza particolari difficoltà.
Per la discesa ci sono due opzioni possibili: la prima è per la via normale (F+, 40°), per la quale bisogna portarsi dietro piccozza e ramponi. Altrimenti è possibile proseguire lungo la cresta in direzione Grande Rousse. Questa seconda alternativa non è assolutamente da sottovalutare a causa della scarsa qualità della roccia, dell’esposizione e dell’impossibilità di proteggersi. Questa seconda via segue piccole cenge di roccia, terra e ghiaia percorse dalla selvaggina. Arrivati al colletto che si trova a metà strada tra la Punta Rabuigne e la Grande Rousse Nord si scende sul ghiaione sottostante e si punta il visibile Bivacco Ravelli. Da qui, per mezzo di un sentiero escursionistico si scende allo Chalet de l’Epèe oppure direttamente a Usellieres.
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