Provenzale (Rocca) Via Normale della Cresta Sud

Provenzale (Rocca) Via Normale della Cresta Sud
La gita
fra74
5 25/09/2016

Giornata spaziale, saliti per la prima volta a Chiappera per fare la mitica Provenzale ed in effetti appena compare in prossimità del paese lascia senza fiato per la sua austerità. Senza problemi la salita dall’attacco al prato pensile (quasi non si usano le mani) ma dal prato in su le placche, occasionalmente anche rese un pò umide dalla pioggia del giorno prima, ci sconsigliano di proseguire (e soprattutto ci preoccupano in vista della discesa) perciò arrivati a circa 1/3 della via decidiamo di scendere, anche pensando alle famiglie che ci aspettano a casa. Avevamo attrezzatura alpinistica con una corda da 25 mt ma forse troppo corta per pensare di attrezzare salita e discesa in sicurezza ed in tempi accettabili.
Considerazioni dopo aver letto molte recensioni su Gulliver: gli appigli su roccia sono buoni e sicuramente come arrampicata di per sè non è cosa particolarmente difficile. La parete fino a dove siamo arrivati è però in esposizione continua (anche se leggermente “appoggiata”) ma in ogni caso se si perde l’equilibrio e si vola non ci sono a nostro parere molte speranze di sopravvivenza. Ciò che ci siamo chiesti scendendo è come sia possibile che la gente salga in tranquillità slegata su una via che al minimo errore può costare la vita, nonostante la fiducia nelle proprie capacità e nella conoscenza del percorso (presupposti spesso ingannevoli e alla base di gravi incidenti). Assolutamente non adeguata la gradazione della via come F+, da valutarsi almeno come PD- in modo che eventuali frequentatori sappiano cosa vanno ad affrontare. Noi saliamo tranquillamente vie di F/F+ (mi vengono in mente Punta Roma fatta quest’anno o il Granero dal colle Luisas salito qualche anno fa) ed una equiparazione di difficoltà con la normale della Provenzale è assolutamente errata e fuorviante. Ovviamente ognuno è libero di salire nelle condizioni che più gli aggradano ma evidentemente alcune delle relazioni qui sotto, senza voler attirare antipatie, risentono probabilmente dell’ “ego” del recensore. Torneremo sicuramente magari l’anno prossimo ma con più corda e magari nei mesi estivi per trovare roccia più asciutta. Conquistare una vetta correndo un rischio così gratuito non fa parte del nostro modo di vivere la montagna.

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