Salito fin quasi cima, poi il rapido addensarsi di nuvolaglia nera mi ha indotto a scendere. Peccato, poi in realtà non ha piovuto.
Salita non difficile ma meglio farla con qualcuno che conosca già la strada: nel tratto centrale i bolli sono sbiaditi, a volte non è facile capire da che parte andare.
A un certo punto, l’itinerario insiste nel passare per un piccolo tetto (freccia rossa, spit sul posto). In alternativa, basta tornare indietro di qualche mt fino alla prima curva, aggirarla e poi salire sul filo di cresta, portandosi subito a sx (si vede il prox bollo rosso, dirigersi lì): un po’ più esposto, ma più semplice, e subito dopo ci si ricongiunge con l’itinerario “consigliato”; per strada si trova anche un fittone, vecchiotto ma ben saldo, non realmente indispensabile ma rassicura che siamo sulla giusta strada.
Al rientro si può evitare parte della disarrampicata sfruttando il ritorno della palestra di roccia: giunti un po’ sopra piano stella (il primo pianoro erboso), si interseca una cengina in leggera discesa che punta in direzione del colle Greguri. Seguendola, la cengina in breve si allarga e diventa erbosa; a un certo punto si trova anche una corda corrimano. Si sbuca ai piedi della Rocca, qualche centinaio di mt sopra la partenza, senza ulteriori patemi.
In solitaria