Con Bruno. Arrivati al parcheggio il Promontorio dei draghi, irraggiato da un sole non esattamente previsto, attira le nostre attenzioni.
L’accesso è breve ma un po’ “ravanoso” a causa dei residui dell’incendio dell’anno scorso; l’attacco è in comune con le altre vie ed è caratterizzato da una lama triangolare, da affrontare con lo spit sotto i piedi (meglio non cadere). Per continuare su questa via basta procedere sempre dritto e non si sbaglia.
L2 e L3 sono decisamente più belli e continui di L1 (brutto). Al momento sul tetto di L2 fa compagnia un bel rovo, che può eventualmente fungere da cuscino in caso di caduta (io ho preferito non testarlo).
Chiodatura a mio parere non ascellare ma neanche particolarmente lunga, se non sul facile.
Prevedere una fettuccia e un paio di moschettoni per unire i fittoni di S2.
Dall’uscita in pochi minuti abbiamo raggiunto l’attacco di “Appigli avvelenati”.