Via di stampo alpinistico classico, da percorrere in scarponi. Necessaria una corda da 40m minimo (noi con quella da 50m ce la siamo cavata benissimo).
Bella, una grande classica, dal tracciato elegante e remunerativo, protetta benissimo, fatto salvo per il famoso diedro del secondo tiro, per i “puristi” che volessero seguire l’itinerario originale (c’è solo un chiodo in cima, occorre portarsi qualche friend, sebbene a metà sia possibile piazzare un cordino “psicologico” – difficoltà IV, ma un’incertezza non è consigliabile). Altrimenti c’è la variante su placca (IV+), che però appare assai meno logica. Il terzo tiro si può tranquillamente effettuare in conserva protetta. I tiri più belli sono i primi due e poi il quinto, con delle vedute spettacolari (si è proprio sul filo dello spigolo a tratti).
Nota sull’avvicinamento:
Quando la seggiovia è aperta è molto consigliabile prenderla per ridurre l’avvicinamento, che, seppur non lungo, è piuttosto monotono e faticoso, dato che avviene su ripide piste da sci. Noi non abbiamo usato la seggiovia ma, col senno di poi, potrebbe valerne senz’altro la pena (e si sostiene pure l’economia locale).
Un bel ritorno in attività dopo le avventure in Borneo, cercando di recuperare la forma malese.
Con Matteo B. del CAI Ligure, che da primo si è comportato egregiamente e ringrazio per la bellissima giornata!