Pousset (Punta) o Il Pousset da Cretaz per il Vallone del Pousset

Pousset (Punta) o Il Pousset da Cretaz per il Vallone del Pousset
La gita
rfausone
4 02/12/2006

Mi fido ciecamente delle previsioni meteo e del mio fiuto che mi spinge a Cogne ed azzecco pienamente le gita. Sole tutto il giorno e nonostante la quota, neve che mi permette comunque di salire, anche se mi ostacolerà un poco nella salita. Parto all’alba è fa decisamente freddo, il terreno sarà sempre ghiacciato ma vedo che la punta è pulita e questo mi da subito morale. Il morale sarà l’unica cosa che sarà con me insieme al mio cuore e cervello. Già, il fisico oggi non sarà con me! Il sentiero a svolte è subito abbastanza ripido e dopo circa 200 metri di dislivello entro in crisi. Gambe molli che tremano e difficoltà a stare in piedi, proprio condizioni che per motivi di sicurezza mi consiglierebbero di ritornare indietro. Inizio con le soste, le barrette ed il tè caldo. Decido comunque di continuare poiché essendo partito da poco, credo in ogni caso valga la pena tentare oltre, almeno per vedere la reazione del mio corpo. Mi riprendo ed arrivo comunque in anticipo alle baite di Les Ours, anche se di poco e nonostante le soste. Ho già finito tutte le barrette che ho con me e ho già incontrato molti camosci. A fine salita ne avrò visti una sessantina, il più solitari o a piccoli gruppi.
Qui inizia la neve, ma sto procedendo meglio e nonostante la stanchezza arrivo al Casotto del Pousset e sono ora con un buon anticipo. Da qui scendo leggermente e sempre senza difficoltà a seguire il percorso e con alcuni saliscendi arrivo al Pousset superiore. La neve varia dai 20 ai 40 cm e ho avuto un’altra bella crisi che ho respinto con cioccolato, frutta secca e bevande calde. Queste crisi stanno però lasciando il segno e per combattere la stanchezza devo inevitabilmente rallentare il ritmo di salita. Cerco inoltre dove possibile, di evitare la neve. Questo però comporta tragitti più lunghi del normale. Arrivo al bivio tra i sentieri per il colle del Pousset e la mia cima, da qui in poi non c’è più neve per l’ottima esposizione a Sud. Ovviamente non c’è più neve a parte sul sentiero e dove è già andata via dal sentiero c’è una fanghiglia scivolosissima sopra al terreno ghiacciato. Devo fare molta attenzione poiché i prati attraversati dal sentiero sono sempre ripidissimi e con una certa esposizione. Insomma qui non si può ne inciampare ne cadere, sarebbe imperdonabile. Sempre lentamente, anche a causa del terreno, proseguo ed inesorabilmente la vetta si avvicina. Sono sulla cresta finale, ormai è fatta! Il tratto è estremamente insidioso, poiché a Nord le rocce sono coperte di neve ed a Sud non si può passare. Tenendomi sempre sul filo per evitare la neve e con estrema cautela sono su. Sono stravolto! Solo la mia ferrea volontà mi ha portato su ed ora sono decisamente contento. Ritorno cautamente alla base della cresta finale e mi riposo un po’ godendomi il meritato e rinomato panorama. Si vedono il Bianco ed il Cervino e tutto il gruppo del Gran Paradiso, mentre la Frivola è proprio qui davanti. Anche molte vette circostanti, che ho già salito nel mio peregrinare tra le vette, sono davanti ai miei occhi.
Bevo solo più, non ho più fame ed inizio a scendere e come spesso mi accade l’energia torna in me (magari non molta). Torno molto rapidamente fino al bivio che incrociai al mattino. Sempre molto velocemente riscendo fino al Casotto del Pousset, ma stavolta seguendo il sentiero o tenendomi nei pressi. Ora sono tranquillo e decido di fermarmi alcuni istanti qui. Riprendo la discesa ed arrivato a Les Ors decido di puntare verso Cretaz evitando così il lunghissimo traverso che mi porterebbe a Cogne. Ovviamente da Cretaz un breve pezzo di strada mi riporta all’auto.

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