Planaval (Passo di) da Planaval

Planaval (Passo di) da Planaval
La gita
brunello-56
5 24/07/2016
Accesso stradale
In auto al villaggio di La Clusaz dove ho parcheggiato

Oggi – secondo il meteo – Giove Pluvio concedeva una grazia (temporanea) con anche finestre di bel tempo, ma a patto di darsi una mossa. E allora ho optato per un altro tremila (3016 m per la precisione ma forse più corretto sarebbe novemilaottocentonovantacinque piedi visto che tornano di moda le unità anglosassoni), ritornando al Passo di Planaval dalla Valgrisenche dopo la salita fatta nel 2005.
La salita è tosta, non c’è che dire, e aspettare la tarda stagione, con il nevaio ridotto ai minimi termini, non è una cattiva soluzione. Il bello è che comunque, nonostante la deviazione dell’AV2 verso il Col Crosatie, il sentiero per il Passo di Planaval è rimasto: marcato, omettato e bollato, con addirittura ancora qualche segno dell’AV2. Basta solo imboccarlo al momento giusto, ma al proposito ecco qualche dettaglio informativo anche a completare la descrizione originale dell’itinerario.
1. La salita avviene da La Clusaz lungo il percorso dell’AV2: stacco al tornante con paline, fino all’ometto posto al bivio per il Lac du Fond – Col de la Crosatie
2. Proprio al bivio parte il “sentiero ufficiale” per il colle, sarebbe il 21 ma il numero non è mai riportato. Qui però – almeno per me che non lo sapevo – c’è il trucco, e cioè:
a. Spontaneamente si è portati a proseguire sul fondo del vallone, sulla traccia di bestiame, costeggiando il torrente e lasciandoselo a sinistra. E infatti all’andata io ho fatto così.
b. Ma all’ometto dell’AV2 parte un sentiero poco visibile (netta svolta a sinistra) che scende al torrente, lo attraversa e poi risale in costa un pendio erboso dirigendosi, con qualche alto e basso e sovrastando il pianoro acquitrinoso, verso la testa del vallone. Allo stacco, a ben guardare, c’è un bollo; il sentiero da ora è sempre segnato, al massimo si confonde nei tratti erbosi, ma è sempre visibile grazie anche agli ometti.
3. Il sentiero arriva alla cascata poi sale su un pianoro sovrastante, dove prosegue risalendo ancora un risalto per poi continuare – con un tratto sulla pietraia – fino ad arrivare alla base del canalone che scende dal colle
4. Dalla base inizia la risalita del canalone fino al colle, utili i ramponi dato l’innevamento fino a stagione avanzata e la pendenza.
Circa la mia gita. Parcheggiata l’auto a La Clusaz (e qui non si stupisca Roberto …) sono salito per il sentiero AV2 fino al bivio per il Lac du Fond. All’ometto ho proseguito lungo il torrente, sono arrivato al pianoro acquitrinoso dove – per limitare i danni dal bagnarsi – ho optato di aggirarlo piegando a destra, stando proprio sul bordo del vallone all’asciutto. Ha funzionato, passato il pianoro ho puntato alla cascata del torrente, risalendolo e attraversandolo verso a sinistra dove ho ritrovato il sentiero. Quindi percorsa la pietraia sono arrivato al nevaio che ho risalito fino al colle. Per par condicio con Frank sono salito inizialmente senza ramponi, poi arrivato al tratto dove la pendenza si impenna li ho calzati, anche perché nel frattempo era arrivato un gruppo di 4-5 francesi proveniente dal versante La Thuile che scendeva dal colle senza ramponi ed era un po’ in difficoltà. Con i ferri ai piedi ho allora dato una mano ad una signora ad arrivare alla zona con pendenze più decenti, poi così ramponato ho proseguito fino al colle. Frank invece saliva imperterrito come se niente fosse ….
Breve sosta al colle, data anche la nuvolosità in arrivo e la brezza, poi discesa per lo stesso percorso di salita. Al ritorno ho seguito tutto il sentiero bollato, scoprendone così il vero percorso ed il punto dove stacca.
Gita ovviamente da 5*, per ambiente, difficoltà e condizioni meteo. Il panorama non è proprio eccelso, essendo il colle racchiuso tra due giganti come il Flambeau e la Punta Chenal con le due Becche, ma il colpo d’occhio sul Rutor è sempre da antologia.
Oggi per ovvi vincoli logistici sono dovuto ritornare dallo stesso percorso di salita (il bus alla fine ha i suoi vantaggi) ma, avendone la possibilità, tenere presente l’anello sul Deffeyes – La Joux: come per i cioccolatini, è sempre un piacere ……

Con la sola compagnia del Mitico Cane, anche senza ramponi per lui salita e discesa sul nevaio sono state un divertimento. Grazie Frank !
Un pensiero a Monica & Co da quella Valgrisenche che è sempre da favola.

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