Noi abbiamo saltato i primi due gendarmi salendo un canale erboso che porta all’intaglio del secondo gendarme. Subito un tratto ripido (II°) con molta erba bagnata tra le rocce, in questo tratto oggi molto scivoloso abbiamo fatto due brevi tiri di corda. Poi le difficoltà diminuiscono e si sale facilmente alla Becca Fontaney (si cammina parecchio). Dalla Fontaney la cresta spiana e stando in cresta si incontrano parecchi passaggi divertenti, mai oltre il II°. A metà cresta un breve tiro per superare un gendarme (II°+), poi quasi sempre in conserva, in qualche passaggio protetta. Dopo una leggera pioggerellina che non ha dato fastidio più di tanto e superato il muretto finale abbiamo raggiunto la pianeggiante vetta del Pisonet. Seguendo l’ampia cresta ci si porta verso la Cima Nebbia. Un discorso a parte per la salita di quest’ultima, si contorna sulla sinistra un gendarme e si sale superando una placca all’intaglio della cresta. Si prosegue ora sul filo, placca e poi masso in equilibrio e si raggiunge la vetta. Questo tratto è molto esposto, difficoltà III°+. Attenzione che sul masso di vetta è impossibile creare una sosta, si può lanciare la corda sullo spigolo est del masso e con qualche giro ad anello creare una specie di protezione. Discesa dal canale della via normale che porta al rifugio Cuney. Canale di sfasciumi.
Cresta lunga che richiede il suo tempo e direi pure faticosa.