Pierres Blanches (Cime) o Pietre Bianche da Vacheres, anello per Echallogne e Arsinnes

Percorso l’anello descritto da Max49 ma in senso inverso. Nonostante l’evidente scarsa frequentazione il sentiero dopo Pelluas è in buono stato: sporadiche frecce gialle e più antichi segni rossi, insieme agli ometti, risolvono i tratti dubbi. Dopo Pelluas si attraversa un bel bosco di conifere con ancora ben visibili i segni di un incendio. In una radura nei pressi di Plan-Dzen il sentiero diventa 4A. Si sale su terreno progressivamente sempre più aperto fino alla baita distrutta di quota 2170, poi inizia un bel percorso balcone lungo le pendici sud-occidentali delle Pierres Blanches. Si risale per qualche decina di metri una minuscola valletta ancora innevata, se ne rimonta il bordo sinistro, poi con semicerchio dx-sx si raggiunge la baita diroccata di quota 2330 dislocata proprio sotto il Col d’Arche, a cui si arriva in pochi minuti abbandonando il sentiero e seguendo vaghe tracce. Il colle è circa a 2/3 della lunga cresta che dal Col Fenetre sale al Crabun. Arrivati all’ometto posto su un cocuzzolo a destra della depressione, ci siamo grattati un po’ la pera per capire quale fosse esattamente la vetta. A sud del colle sono visibili una serie di rilievi più alti, ma il gioco di prospettive non ci permetteva di individuare a colpo sicuro la quota massima. In effetti dall’ometto la vetta delle Pierres Blanches rimane nascosta da una prima elevazione. Occorre discendere un primo avvallamento, dove terminano gli affioramenti calcarei, e risalire le facili roccette fino alla loro sommità, da cui si vede finalmente la vera vetta, che è l’elevazione successiva, raggiungibile proseguendo sempre sulla facile cresta. Ottima vista sulle montagne vicine (Monte Aquila, prossima meta, e il Col di Chiva; poca neve nel Vallon d’Arp per il Crabun), foschia e nuvolaglia hanno limitato fortemente i panorami più lontani. Si allega traccia GPS.