Pierre (Pointe de la) da Ozein

Pierre (Pointe de la) da Ozein
La gita
nicolamaggi
4 12/02/2023
Accesso stradale
Dall'autostrada Torino-Aosta (se avete il Telepass conviene uscire a Saint Pierre) si imbocca la Val di Cogne, e dopo pochi tornanti si prende il bivio a sx per Ozein-Daillet sino a quota 1.350 (parcheggio con pochi posti poco dopo il paese, dove parte la prima strada-tratturo che incontrate sulla dx).
Osservazioni
Nessuno
Neve (parte superiore gita)
Crosta da rigelo portante
Neve (parte inferiore gita)
Crosta da vento/sastrugi
Quota neve m
1700

Dal (conosciutissimo) parcheggino sulla strada dopo Ozein-Daillet (presente solo la ns. auto ! Negli anni 90-2000 non si trovava mai posto, salvo alzarsi prestissimo..), abbiamo percorso la strada (ghiaccio, utili ramponcini, ciaspole legate allo zaino) per c.ca 100-150m di dislivello; poi, appena la strada curva a sx e sbuca alla luce (pini diradati) si taglia in diagonale a sx per boschi sino all’alpeggio Romperein, con percorso non obbligato (attenzione a non mettersi troppo nel dritto !), poiché a far tutta la strada sarebbero troppi chilometri (ma se non avete traccia sul GPS o nel vostro cervello, meglio seguire la strada, soprattutto in discesa negli ultimi 300-250m di dislivello, poiché ci si può perdere nel bosco o – peggio – trovarsi nel troppo ripido – utili i ramponcini nel ripido anche sul tappeto di aghi di conifere !).
Come da descrizione Gulliver, il paesaggio qui si apre decisamente (calzate poco prima le ciaspole) e la traccia (ormai “vecchia” ma ancora buona e utile per “galleggiare”) compare poco prima di rientrare nel 2° bosco, ma da qui in poi non si può sbagliare perché la traccia è sempre la stessa ed il percorso è obbligato da decenni (si incrocia la strada ancora due o tre volte, più in alto una quarta volta – anni fa non era neppure visibile il 4° incrocio causa l’abbondanza di neve..), sino a sbucare all’ (arci-noto) alpeggio Campchenille, dove c’è la lunga stalla, di cui non avevo mai visto prima le finestre (ad indicare che ora lo strato di neve è quel che è, mentre una volta si arrivava con gli sci come minimo all’altezza del tetto a monte..).
Da qui in poi (come è noto la vetta si vede, ma è ancora lontana) mancano c.ca 400 m di dislivello alla vetta: giornata stupenda (vento pressoché assente, assente del tutto al ritorno), all’inizio plateau tutto portante, poi man mano tende a cedere, ergo abbiamo seguito e ripassato resti di una vecchia traccia prima ski-alp e poi da ciaspole (prima a sx, poi ampio traverso a dx, ed infine drittissima-verticale sotto la cima, fattibile solo con le attuali condizioni e in assenza totale di pericolo valanghe).
Erano presenti (davanti a noi) n. 3 ski-alp e n.2 trekker con soli scarponi+ramponcini (partiti dal paese ?), in tutto 7 persone in cima noi compresi.
Panorama mozzafiato a 360 gradi !
Non affacciatevi troppo sul versante di Pila, sia per le cornici ivi presenti, ma soprattutto perché è desolante sentire la musica disco proveniente dalle piste (parecchio) sottostanti, che (pazzesco !) giunge sino in vetta.
Qualche roccia in cima mai vista prima a causa dello strato più sottile di neve (nella parte finale i trekker hanno sfruttato la cresta a sx dove il vento ha spazzato via molta neve, per non affondare; gli ski-alp sono passati più a dx-centro con classiche voltate a zig-zag, noi due su dritto-verticale al centro sotto la cima).
In discesa seguita rigorosamente a ritroso la ns. traccia sino a Campchenille, poiché la crosta non era più tanto portante (caldo da stare con due soli strati sottili e senza guanti, ma neve in ogni caso assestata e assenza di lastroni; il rientrare nel bosco è stato letteralmente un refrigerio), poi su ottima traccia a ritroso sino a Romperein. Da qui in giù (tolte ciaspole), causa la mancanza di neve (presente invece un sottile strato, ma con molte interruzioni, sulla strada) si taglia per i boschi solo se con buon senso dell’ orientamento (in caso di emergenza, si può puntare dritto al paese di Ozein-Daillet appena è visibile dall’alto, ed il parcheggino auto si può raggiungere con poca risalita sull’asfalto); noi due siamo a riusciti (con qualche peripezia) a riprendere la strada proprio sul penultimo tornante, e quindi a ritornare al mitico “parcheggino” auto.

Non sarebbe male capire (devo tornare d’estate), vista la scarsità di neve dell’ultimo decennio, dove inizia in basso il sentiero (verso metà gita si vedono addirittura i bolli gialli estivi), onde non perdersi (in salita o in discesa) in tutta la prima parte di bosco, e per evitare al tempo stesso il chilometrico tratturo (strada) estivo.
In quale anno è stata messa la croce metallica (il pilastrino metallico c’è già da tempo) in cima ?
Alla prossima.

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