Peuterey (Aiguille Noire de) – Cresta Sud

Peuterey (Aiguille Noire de) – Cresta Sud
La gita
giovanni-de-rosa
5 21/08/2010

Una grande avventura in montagna in un week-end di tempo eccezionalmente bello e stabile.
In sintesi: salita al Borelli venerdì nel tardo pomeriggio.
Attacco sabato mattina ancora al buio, bivacco nelle ottime piazzole sulla Punta Brendel. Indicativamente alle 13 di domenica in cima alla Noire e alle ore 20 al Borelli, breve sosta e alle 23 alla macchina (ferrata e sentiero percorsi al buio)
Modalità di progressione: in conserva fino alla Punta Bifida, in seguito progressione a tiri.

QUALCHE NOTA SULL’ ITINERARIO DI SALITA
Le protezioni: non c’è tantissimo materiale in posto per cui occorre una dotazione di protezioni veloci (friends BD n.2,1,0.75, 0.50, tre friend piccoli e un giochino di nuts). Usati maggiormente friends medi e piccoli.
Il carico: occorre prestare molta attenzione a contenere il peso dello zaino, privilegiare l’ acqua su TUTTO il resto. Fortunatamente sulla Brendel ed in cima alla Bich alcune lingue di neve recente ci hanno permesso di rabbocare le borracce.
Il tipo di arrampicata: fisica e resa rude dal carico e dalla quota. Due tiri duri sulla Brendel, ben secco anche il secondo tiro sulla Punta Ottoz.
Alcuni aspetti salienti dell’ itinerario: *per arrivare al canale fra Pic Gamba e Punta Bifida si tira dritti per due tiri, si piega a sinistra e ci si dirige poi verso destra passando SOPRA un triangolo roccioso. Si attraversa fino al canale in leggera discesa e si sale la Bifida lungo la faccia Sud
*Alla Punta Welzenbach da una ottima sosta a spit con cordone bianco scalare in traverso in piena parete (poche protezioni) fino ad un chiodo con cordone bianco. Da qui NON traversare ulteriormente ma salire verso destra fino ad una sosta.

QUALCHE NOTA SULL’ITINERARIO DI DISCESA
La discesa: “repetere iuvat” quindi mi permetto di ripetere che è interminabile e molto pericolosa, occorre avere ancora risorse.
Si disarrampica molto, e questo sarebbe il meno, si scende molto su terreni infidi, friabili/franosi ed il rischio complessivo è molto elevato e protratto.
*La regola delle guide “tenersi sempre verso la Brenva” è fondamentale; per arrivare alla cresta est si scende sul versante Fauteuil; molti ometti ben visibili segnano la via e un paio di doppie a spit aiutano. Una doppia a spit è posizionata nei pressi di un crollo. *Si piega sempre a sinistra (FACCIA A VALLE) e si reperisce la cresta vera e propria (roccia abbatanza solida) che si percorre su entrambi i versanti ( Brenva e Fauteuil) sempre ottimamente segnata da ometti.*Più in basso, lasciata la cresta Est si piega a destra e si perviene attraverso un buon sentierino ad un piccolo plateau da cui originano tre vaghi canali separati da balze, scendere quello di mezzo e, faccia a valle sulla destra, reperire una linea di tre calate a spit ben segnata da due grossi ometti (vedere anche le altre relazioni su Gulliver). Le calate sono da 30 m per cui una corda è sufficiente. *Alla base delle calate NON E’ ANCORA FINITA per cui la tensione non deve mollare. Dalla base dell’ ultima doppia dirigersi verso destra sempre faccia a valle cercando degli ometti (qui sono più radi) ed attraversare la parete trasversalmente fino a reperire una ultima sosta sopra il nevaio (alcuni cordini su una pietra).
*Il nevaio non è molto verticale ma lo abbiamo trovato in neve dura
Le note soprariportate hanno esclusivamente valore integrativo e NON sostitutivo delle relazioni classiche: Buscaini (buone le foto della parete,non sempre chiara e rispondente la relazione), Piola (forse la migliore), Bassanini (buona ma necessaria fantasia per intepretare gli schizzi).
Ottime e ricche di spunti utili anche le altre relazioni su Gulliver.
Paolo Zola e Giovanni De Rosa 21 e 22 agosto 2010.

Come già riportato altrove è meglio non guardare i gradi, tempi di percorrenza (soprattutto degli altri, di amici che l’ hanno già fatta, delle guide, dei cyborg etc etc).
Le strategie per salire la sud della Noire possono essere molte e non credo ce ne sia una migliore di un’ altra.
E’ invece fondamentale salire questa via con un compagno al quale si è legati da una rapporto profondo ed empatico oltre che attraverso un pezzo di corda; questo aspetto è ben più importante di qualsiasi altra considerazione tecnico-tattica.
Note personali: ho un profondo debito di riconoscenza verso il mio carissimo amico e socio Paolo Zola senza il quale non sarei riuscito a terminare questa via.

Un saluto a Luca e Domenico alpinisti di Torre Pellice con cui abbiamo condiviso quasi interamente salita e discesa.

Un sentito ringraziamento ai gentilissimi gestori del bivacco/rifugio Borelli(tutti volontari a rotazione del CAI di Capiago) che seguono gli alpinisti passo passo durante la salita mediante un potente binocolo. Il tel. del Borelli è il seguente 338-2704295, il rifugio è gestito nel mese di agosto.

PS: la felicità di avere relizzato un sogno è stata in parte vanificata dal tragico incidente accaduto sabato 21 agosto per cui una giovane campionessa di arrampicata ed ottima alpinista ha perso la vita cadendo nei pressi della vetta.
Abbiamo avuto notizia di questo tristissimo evento solo al rientro al Borelli. La dinamica dell’ incidente non è nota.

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