Peuterey (Aiguille Noire de) – Cresta Sud

Peuterey (Aiguille Noire de) – Cresta Sud
La gita
dan74climb
4 05/08/2009

Grandiosa ascensione, dove i gradi non contano, il numero dei tiri neppure, le relazioni vanno interpretate… E’ più importante la propria condizione mentale, il socio, ovviamente il meteo e avere ben chiaro con che “metodo” affrontare la salita. La guida di Piola: da una buona indicazione di dove passare, ma non bisogna prendere alla lettera il nr. dei tiri (i tiri da 30 m talvolta diventano 2 tiri da 50 m); la discesa è sommariamente descritta. Guida CAI/TCI: utile per compensare le mancanze della guida di Piola. In discesa è utile un consiglio di una vecchia guida “tieniti sempre a sx, guarda la Brenva e non abbassarti mai nei canali di dx fino agli ultimi 2 gendarmi”. Per la salita la bibliografia è ampissima… abbastanza difficile trovare la via giusta in corrispondenza della bifida, in linea di massima dove non si può tenere il filo della cresta aggirare le punte e i gendarmi sul versante est. Dalla punta Welsenbach percorso più evidente (a patto di conoscere le relazioni). La parte alta della discesa è attualmente segnalata con ometti, abbastanza facile nei primi 300 m, poi iniziano doppie, traversi verso sx, cenge da scendere slegati (numerosi tratti di terzo grado) fino a prendere molto in basso (circa 2900 m di quota) uno stretto canale con doppie ben attrezzate che portano fino alla base della parete. Sfruttando tutte le doppie attrezzate, in totale dalla vetta alla base abbiamo impiegato circa 7 h.

Per evitare pericolosi imprevisti e siccome il meteo ce lo permetteva, abbiamo scelto un approccio molto “alpinistico”, portandoci dietro scarponi, martello con chiodi, necessario per bivacco, 2 litri d’acqua a testa, 2 corde da 60 m, ecc… Abbiamo inoltre scelto di fare tutti i tiri e di non procedere quasi mai in conserva, per cui i tempi non sono sicuramente quelli di chi sale “leggero” per farla (ma non si è mai sicuri) in giornata. Partiti dalla macchina mercoledì alle 6.00, inizio arrampicata alle h 10.00, bivacco alla Welsenbach. Il giorno successivo salita in vetta (arrivo alle 19.00, causa anche un po di traffico, al quale ci siamo piacevolmente accodati) e discesa fino a quota 3400 circa. Terzo giorno h 13.00 al Borelli.
Sognavo questa salita da almeno un decennio e ora che ci sono andato mi restano dei ricordi particolari: la luna piena sempre “accesa” nei bivacchi, i crolli dei seracchi sul Freney, il tiro di III+ che sembra più difficile del tiro di V, l’ospitalità e la simpatia del gestore del Borelli, la solidarietà e l’intesa con i 3 alpinisti di Bologna incontrati durante la salita, la gioia nel trovare una piccola chiazza di neve per rabboccare le bottiglie d’acqua, la statua in vetta…l’intesa perfetta con il grande Claudio, compagno perfetto e veramente eccezionale (io a 18 anni la Sud della Noire la ammiravo come fosse la luna… irraggiungibile). Per me questa salita è la conferma che non è importante cosa fai in montagna, ma come lo fai, con chi lo fai e come vivi le tue emozioni.

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