Petit Mont Cenis (Signal du) o Punta Clairy dal Refuge du Petit Mont Cenis per il Col de Sollieres

Petit Mont Cenis (Signal du) o Punta Clairy dal Refuge du Petit Mont Cenis per il Col de Sollieres
La gita
Accesso stradale
Dal colle del Moncenisio, poco prima che inizi la discesa verso Lanslebourg, imboccare la deviazione per il Refuge du Petit Mont Cenis: 7 km di strada asfaltata in ottime condizioni, stretta ma con diverse possibilità di allargarsi per poter passare nei due sensi di marcia. Si può lasciare la macchina sulla destra pochi metri dopo il parcheggio del rifugio in uno spiazzo adiacente ad una bacheca e ad un paio di paline con le indicazioni dei diversi itinerari.

Ambiente unico e già magnifico da subito su un altopiano colmo di doline carsiche e qualche lingua di neve qui e la, circondati da una vista spettacolare dei Denti d’Ambin con la loro Rocca, Giusalet, Lac de Savine, Niblè, Punta Ferrand con il ghiacciaio dell’Agnello per proseguire con Punta Sommeiller e con l’imponente Roche d’Etache. Arrivando al colle ci si trova davanti all’imponente Glacier de la Vanoise incastonato tra la Dent Parrachée ed il Dome de Chasseforet. Sulla sinistra il Mont Froid con il suo forte (40 minuti dal colle).
Dal colle si prende l’evidente sentiero sulla destra che sale subito ripido sul versante rivolto verso il Piccolo Moncenisio. Arrivati poco dopo in vista di una croce in ricordo di un Luogotenente francese qui morto nel 1945, siamo passati sul versante che da su Termignon e da qui non lo abbiamo più abbandonato se non per salire in cresta nel tratto finale. Non abbiamo trovato la traccia così evidente come descritta dagli altri escursionisti, sicuramente complice la presenza di più neve del previsto che spesso l’ha nascosta e che ci ha fatto perdere almeno 20 minuti. In realtà abbiamo individuato due tracce distinte: una che passa più vicina al filo di cresta segnata da tacche di vernice bianca con una striscia verde e una cha passa pochi metri più in basso contrassegnata solo da ometti. Siamo passati da una all’altra ma abbiamo valutato con il senno di poi migliore la seconda. Diversi trinceramenti militari in pietra sulla via che rendono più sicuro il passaggio in presenza di neve e che possono servire da punti di riferimento, tra cui una piccola capanna in pietra ormai crollata.
La vetta è molto aerea con strapiombi su entrambi i lati ma sufficientemente larga e con roccia più che sicura. Il tracciato è comunque sempre facile e sicuro.

Per via della traccia non sempre riconoscibile dal Col de Sollieres in poi, per l’esposizione a strapiombo lato Moncenisio e per il fondo non sempre dei migliori è una meta che eviterei assolutamente in caso di nebbia, tipica del meteo variabile del Moncenisio.

Una delle più belle salite fatte, ripagata da una delle più belle viste, soprattutto dalla vetta: dal Rocciamelone, Roncia, Uja di Ciamarella con il suo ghiacciaio, Albaron, Levanne, Gran Paradiso, Grande Casse e Grande Motte (e un lontano ma riconoscibile Grand Dru del Monte Bianco) fino alle Aiguilles d’Arves e all’imponente massiccio degli Ecrins con la Barre a svettare su tutto il resto. Giornata magnifica con clima ideale. Due escursionisti in vetta mentre stavamo già scendendo, sicuramente arrivati dal Pas de la Beccia e altri due escursionisti francesi a metà percorso dopo il colle. Nessuno in salita al mattino, diversa gente al colle al ritorno verso mezzogiorno.

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