- Accesso stradale
- tutto a posto fino al ponte a monte di Sant'Anna.
Diciamo che a prendersela proprio comoda un 3 orette arrivare all’attacco ci vanno proprio tutte. La parete vista dal basso avvilupata nelle nebbie al nostro arrivo, si presenta vasta, imponente, non piu’ alta di 350mt, ma dallo sviluppo di ben oltre i 400mt salendola sfruttando il suo punto piu’ debole. Fatto spesso di lunghi tratti pressoche’ camminabili, ma al contempo anche di passi e non pochi, abbondantemente oltre il III°. Forse due o tre i passi di IV riscontrati nella parte alta, dopo il traverso a sx su cengia erbosa che ti fa entrare nel cuore della parete vera e propria.
La roccia assieme a tanto detrito, quella tastata per garantire appoggio sicuro al piede e buona presa per le mani, era buona per no dire ottima. Alcune lunghezze hanno richiesto di dover procedere in sicurezza, da soste preventivamente attrezzate con cio’ di cui disponevamo (in parete non c’e’ nulla), friend di un po’ tutte le misure, una serie di preparati, cordini e fettuccie. Non ci sono doppie da fare. Noi avevamo una mezza da 30m che abbiam fatto bastare e avanzare.
Cercato quanto piu’ possibile di ricalcare la linea di salita degli apritori, uscendo in cresta sulla sx, a una 20ina di metri circa di distanza dalla croce di vetta.
Visto il persistere della nebbia fitta sul lato italiano, una volta risaliti al colletto Ciabrera preferito per cresta scavalcare la Tete de l’Autaret e scendere facendo il giro largo e di conseguenza anche molto lungo che dal Col de L’Autaret scende giu’ alle Barricate. Nessun rischio cosi di andare a cacciarsi chi sa dove grazie all’ottimo e ben battuto sentiero, difficile da smarrire anche con la visibilita’ ridottasi nel frattempo ormai a meno di 10mt.
Con Rod, ultimamente socio sempre piu’ affidabile.