Pelvo d’Elva Cresta Est

Pelvo d’Elva Cresta Est
La gita
matte978
4 24/06/2014

Salita divertente su roccia buona. a tratti un po’ esposta ma sempre ben percorribile.
Attaccato poco sopra la lapide. Alcuni passaggi su gradini e blocchi e poi con traverso e successiva risalita a dx siamo giunti su un balcone a quota 2880 dove inizia la cresta vera e propria, più continua ad impegnativa. Da lì abbiamo fatto tiri di corda fino all’anticima, da dove si prosegue facilmente per tracce alla croce di vetta.

Si da qui una descrizione indicativa della via a partire da un ballatoio posto a circa 2850 circa che si può raggiungere o per cresta discontinua a partire da poco sopra la lapide murata oppure, più razionalmente, salendo ancora sopra la lapide lungo la via normale e poi tagliare per cenge di erba e roccette, puntando all’evidente ripiano di cui sopra dove la cresta di impenna con più decisione (qualche ometto)
Da qui si procede volendo legati con tiri di circa 30-40 metri, soste da attrezzare con cordini attorno a spuntoni e/o simili, possibilità di rinviare su spuntoni.
(la descrizione dei tiri è fatta sulla base della loro lunghezza, come detto 30-40 metri massimo)
1 tiro: arrampicata per grossi blocchi in camino poco accentuato (II, max III), poi cresta ed a sinistra fino a poco sopra un caratteristico ma modesto inghiottitoio
2 tiro: breve tiro con cui si prosegue per cresta, facile, fino ad un ballatoio che si affaccia sulla nord (II)
3 tiro: si sale per pochi metri in buona esposizione sulla parete nord (III) poi nuovamente sul filo di cresta a monte di ripide ed esposte placche (II) fino a quando la cresta diminuisce la pendenza

4 tiro: lungo il filo traversando ancora sopra le placche della parete nord (II), con alcuni passi sul culmine un po’ esposti, fino ad una comoda cengia

5 tiro: si scende camminando ad una marcata ma ampia forcella per poi risalire ancora sul filo o a sx su placca piuttosto abbattuta (facile, II) fino ad una più stretta forcella ai piedi di un torrione che si stacca dall’anticima.

6 tiro: si scavalca per scendere fra erba e roccette nel canale sottostante e poi risalirlo a sx del torrione, fino a circa metà (I, passo di II per superare una strettoia, delicata ma proteggibile)

7 tiro: si superano due restringimenti con singoli brevi passaggi verticali ed un po’ delicati (roccia non eccellente, III) per arrivare sulla crestina fra il torrione e l’avancorpo dell’anticima ed in breve su quest’ultimo (II)

N.B.: la descrizione dei tiri è fatta sulla base della mia memoria e sul fatto di aver proceduto con circa 30-40 metri di corda libera, chi optasse per tiri più lunghi ovviamente deve rivedere la descrizione. Cum grano salis

Personalmente anche in caso di ripetizione penso che procederei nuovamente legato in quanto in alcuni punti l’esposizione sulla parete nord è forte e senza punti di sosta e sicurezze esporrebbe a rischi. Certamente i punti di sosta non sono da manuale e bisogna accontentarsi, lungo i tiri possibilità di rinviare ma non come mi sarei immaginato (o forse non ho visto i punti adatti).
Discesa per la normale con temporale che girava attorno al pelvo ma ha scaricato più sul Chersogno e zona Monviso

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