Pelvo (Cima del) dalla Valle Argentera

Pelvo (Cima del) dalla Valle Argentera
La gita
gondolin
4 05/05/2019
Accesso stradale
in auto fino al parcheggio Pelvo quota 1840
Osservazioni
Nessuno
Neve (parte superiore gita)
Polverosa
Quota neve m
2000
Equipaggiamento
Scialpinistica

Partiamo sci in spalla dal parcheggio Pelvo a quota 1840 con una certa calma, date le temperature basse e ed il meteo incerto. Portiamo gli sci in spalla sul sentiero estivo, a tratti comunque ingombro di neve, fino a quota 2060 circa dove, attraversato il Rio del Pelvo calziamo gli sci e cominciamo a risalire la parte alta della Gorgia, ingombra di neve recente smossa dai passaggi e da piccole scariche, ma completamente rigelata, che induce qualcuno di noi a ricorrere ai coltelli. Sul tratto più ripido, angusto e ghiacciato della gorgia, dove c’è l’ultima strettoia, preferiamo addirittura salire una quindicina di metri di dislivello a piedi con gli sci in spalla. Intorno a quota 2400 la gorgia si apre definitivamente ed immette sugli ampi pendii superiori, dove la qualità della neve migliora notevolmente ed iniziamo a salire con buon ritmo. Intorno a quota 2750 m ci teniamo ad est ed imbocchiamo i pendii meno ripidi che adducono al pianoro sottostante il colle del Pelvo. Nel frattempo la copertura nuvolosa alta continua ad aumentare e la visibilità a diminuire. Il manto nevoso aumenta di consistenza ed intorno a quota 2800/2850 cominciamo a dover battere traccia su 15 cm di neve fresca, che aumentano di spessore mano a mano che prendiamo quota. Quando raggiungiamo il piano superiore a quota 2930 la visibilità è ormai piatta per le nuvole scure che coprono completamente il sole, ma decidiamo di proseguire comunque almeno fino al colle del Pelvo, visto che stiamo tracciando 30 cm di splendida farina invernale. Gli ultimi metri ripidi sotto il colle preoccupano un pò, anche per la difficoltà di valutazione delle pendenze con la visibilità piatta, ma alla fine con un pò di circospezione e la determinazione di Andrea raggiungiamo il colle del Pelvo quota 3063. La visibilità completamente piatta, le temperature rigide, e la vista del pendio che adduce alla cima del Pelvo piuttosto povero di neve, ci inducono a cambiare assetto ed a goderci la discesa che, nonostante la visibilità si preannuncia comunque piacevole per la qualità della neve sui pendii superiori.
Discesa dal colle del Pelvo sino al pianoro sottostante su 30 cm di splendida farina invernale, che fanno dimenticare la pessima visibilità e fanno letteralmente “ululare” Andrea :). Ci teniamo quindi verso ovest e imbocchiamo il canale a fianco dei pendii da cui siamo saliti: farina leggermente più pesante da sciare con un pò di decisione che ci regala comunque splendide serpentine. Ci troviamo quindi sugli ampi pendii superiori dove una buona crosta portante ci consente ancora un pò di bei curvoni ampi in velocità sino all’imbocco della gorgia a quota 2400. Nella gorgia sciata di sopravvivenza perchè la neve non ha mollato per niente, è rimasta dura, ghiacciata e grottoluta come al mattino durante la salita. Strappiamo ancora qualche bella curva ogni tanto sul ripido pendio est della gorgia, dove c’è neve ancora liscia, quando ciò ci viene consentito dall’assenza di pietre affioranti. Percorriamo la strettoia ghiacciata fatta al mattino con gli sci in mano in deferente derapata ed intorno a quota 2090 ci carichiamo gli sci a spalle e percorrendo il sentiero estivo torniamo al parcheggio Pelvo dove ci attendono le nostre auto.

Oggi gita “cazzuta” per condizioni della neve non facili in alcuni tratti, ambiente selvaggio e visibilità limitata in discesa. Nonostante questo oltre 600 m di dislivello di sciata fantastica in un vallone isolato di rara bellezza mi fanno propendere per una valutazione generosa della sciabilità della gita. Ci ritornerò sicuramente con sole pieno e neve trasformata per una discesa integrale dalla cima.
In compagnia di Andrea (l’altro Andrea è rimasto incastrato a Torino da una sveglia infingarda e traditrice), Paolo, Carla e Paola, che ringrazio per l’ottima compagnia e la splendida gita, rovinata solo dal tributo pagato da Andrea (ovvero dal suo guscio e dal suo pile) strappati da un ramo proditorio nella discesa nella gorgia del Rio del Pelvo.
Naturalmente gita conclusa in piola a Casa Cesana (unica trattoria aperta in zona che ha la cucina aperta sino alle 14.30) con pranzo completo e laute libagioni.

Link copiato