- Accesso stradale
- Ok
Tutto il settore in condizioni pressoché uniche: mai vista una roba del genere, al punto che la parete è quasi irriconoscibile…
Neve cemento durante le ore notturne e nella prima parte della giornata e si sale tranquillamente senza nulla sotto i piedi.
Veniamo alla via.
Della linea si è detto tutto: è di una eleganza unica, inimitabile.
I tiri non sono indubbiamente selettivi, letti in un ottica moderna.
Posto che io la Tere ci siamo divertiti come due bambini, e sottolineando sommessamente che ho ripetuto la via diverse volte, mi preme unicamente evidenziare che il polistirene è molto areato e abbastanza poco denso ad eccezione delle prime due lunghezze, che ho unito in un tiro unico fino al nevaio.
Conseguentemente, le lunghezze dal primo tiro del diedro in avanti sono realmente molto molto poco proteggibili.
Certo, è possibile metter giù qualcosa sulla neve appena più coesa, in molteplici occasioni e aver la sensazione di essere protetti.
A queste condizioni, io ho preferito non perdere troppo tempo nel posizionare roba a mio giudizio fake e i run out si sono allineati su una misura di circa 15/20 metri a tiro.
Credo sia corretto quindi sottolineare che alcune sezioni, sui tiri più tecnici, presentano concreti rischi di volo fatale.
Le camme, complice l’esorbitante quantità di neve presente dappertutto, risultano poco utilizzabili e le viti sono quelle caratteristiche del ghiaccio alpino poco coeso e molto areato.
Bisogna avere del margine ed essere disposti, un poco, a mettersi in gioco.
Da ultimo e poi basta con le iatture perché asciugano, occhio a cosa muove da sopra: il settore destro della parete prende moltissima luce e viene giù un po’ di tutto…
Difficile vivere la montagna e la scalata alpina in un modo più pieno, per noi.
Io e “Chiedi amme” Teresa abbiamo dormito su un incantevole bloccone della pietraia sotto i Pelerins, evitando quel postaccio del rifugio invernale del Plan e abbiamo condiviso una gran bella giornata su una via iconografica della storia dell’alpinismo chamoniarde, nella semplicità delle cose vissute a fondo e senza complicazioni…
Menzione speciale per la suddetta Apulia Queen, la Tere appunto…
Appena le condizioni dei tiri lo hanno permesso, ha preso il comando della salita con ordine e disciplina, senza alcuna sbavatura.
Su un tipo di scalata come quella riscontrabile ai Pelerins, trovo sia significativo di una passione che va facendosi competenza.
Bella salita con dietro una guida francese, una ragazza tremendamente a suo agio nella scalata sulle uova e un po’ dispiacere per i colleghi italiani dietro a tutti, la cui salita si è interrotta con un casco rotto…