Pejo (Cime di) dall’Albergo dei Forni

Arriviamo al parcheggio, dove sono già presenti 100/150 autovetture. Ma c’era da aspettarselo.

Dal parcheggio (ore 9) seguiamo la pistina per il Branca (aperto). Brevemente molliamo la pistina per seguire una bella traccia che diventa sempre più profonda man mano si sale.
Il meteo dava peggioramento nel pomeriggio, ma le varie velature, anzichè aumentare, paiono diradarsi.

Non cè molto da pensare, basta seguire il solco degli sci in un ambiente che diventa sempre più suggestivo.

La salita nell’imbuto e poi al colletto è l’unica parte poco divertente, in quanto esposta a sud ed il colletto non salibile sci ai piedi.

Dalla sella sopra il colletto, continuiamo sempre per ottima traccia, profonda anche 30/40 cm su neve gelida e azzurra (proprio come piace a me).

Senza fretta arriviamo alla croce della cima ovest, dove incontriamo alcuni locals. Ma noi vogliamo continuare per la cima est e la Taviela.

Raggiunta la cima est (definirla gelida sarebbe un eufemismo), vediamo il percorso di salita per la Taviela che si trova ad uno sputo.
Ma non è tracciata e con la neve così profonda ci avrebbe richiesto almeno un’ora solo per andare. Poi sono già le 14 e forse è meglio smammare. Tanto come si dice: “le montagne non scappano, sono sempre li”. Sarà per un’altra volta.

In discesa ce n’era per tutti i gusti. A parte il rognoso colletto, tutto il resto era polveroso. L’unica accortezza era non farsi prendere troppo dall’entusiasmo e finire in un buco.

Con una buona sciolinatura si arriva la parcheggio senza mai spingere o scalettare.

Con: Demis, Fabio e Walter

Ghiacciaio dei Forni, elegante e di bianco vestito come non mai.

Mai viste condizioni così buone in una trentina di volte che sono venuto. Oltre alla tanta neve già presente, sono scesi altre decine di centimetri di nuova neve, polverosa e non erosa dal vento. Temperature da febbraio.

La mia più bella gita di questa stagione