Giramondo (Passo) dalla Val Degano anello

Giramondo (Passo) dalla Val Degano anello
La gita
maurobeltramello
5 25/10/2020
Accesso stradale
Dopo aver attraversato Forni Avoltri in direzione di Sappada, appena passato il ponte sul Torrente Degano, si prende a destra la strada per Pierabech. Si risale la Val Degano e dopo un ampio doppio tornante, in prossimità dello stabilimento dell’acqua minerale “Goccia di Carnia” e dell’Oratorio Don Bosco, sulla destra vi sono ampi spazi dedicati al parcheggio delle auto.
Traccia GPX

Tipo di itinerario: Anello
Lunghezza: 14,76 Km
Dislivello: 1073 m
Difficoltà: Molto Difficile (IBP-112)
Segnavia: CAI 140 – 142 – 142a – 141 – SI (Sentiero Italia) – E10 (Sentiero Europeo)

Il grado di difficoltà elevato è dovuto principalmente alla lungheza complessiva del percorso e alla lunga parte in salita alla Sella Sissanis, ma l’itinerario in realtà, non presenta punti di passaggio difficoltosi e pericolosi.

Parcheggiata l’auto, partiamo per la nostra meta sulla medesima strada asfaltata che risale la Val Degano. Passata la Cava, la strada diventa sterrata e comincia ad inerpicarsi lungo la valle sempre più stretta. Compare il segnavia CAI 140. Sotto gli alberi del bosco vestito con la meravigliosa tavolozza dei colori autunnali, si giunge alla Stretta di Fleons ove vi è la presa d’acqua della “Goccia di Carnia”. Poco più avanti lasciamo il sentiero 140 che prosegue per la Valle di Fleons per prendere a destra il sentiero 142 che ci porterà alla Sella Sissanis. Attraversato il Degano, il sentiero inizia la sua lunga ripida ascesa, mai monotona, lungo la valle a nord del Monte Navagiust. Un primo strappo ci porta al pianoro della Casera Sissanis di Sotto. Questa è per gran parte distrutta, un solo edificio sembra ben ristrutturato, ma è chiuso. Da questi prati, con uno sguardo verso il fondovalle, si intravede Forni Avoltri. Proseguendo, il paesaggio cambia: siamo fuori dal bosco e gli alberi sono radi. Il sentiero sale ancora per giungere alla Casera Sissanis di Sopra, abbandonata e completamente distrutta, praticamente un rudere. Continuiamo sul sentiero, sempre in salita decisa, accompagnati dal suono argentino delle acque del Rio Sissanis. Ormai l’altitudine fa scomparire i già rari alberi e pian piano li sostituisce con un primo sporadico manto di neve che rende, a tratti, un po’ meno facile l’identificazione del sentiero, ma la valle si stringe su un prato, la Sella è in bella vista e non ci sono dubbi sulla via da seguire per il punto di arrivo.
Dalla Sella Sissanis la vista è spettacolare. Guardiamo indietro e vediamo il percorso appena fatto, nella valle profonda, giù fino alla Valle di Fleons; davanti a noi invece, abbiamo il Lago Pera (mai nome fu più azzeccato, la forma è quella!), la piramide della Creta Bordaglia e la cima piatta di Quota Pascoli. Più lontana, seminascosta dalle nuvole basse, la catena del Volaia. A destra parte il sentiero CAI 167 per la cima del Navagiust. Per chi volesse chiudere qui l’anello, seguendo il sentiero 142 può scendere direttamente alla Casera Bordaglia di Sopra. Noi, per andare al Passo Giramondo, scendiamo al Lago Pera e prendiamo il sentiero 142a che gira attorno al lago, passa a nord di Quota Pascoli e attraversa il ghiaione a sud della Creta Bordaglia. Questo passaggio offre un altro paesaggio spettacolare del fondovalle con in primo piano il Lago Bordaglia. Riprendiamo il sentiero che taglia il ghiaione, più sotto si vede molto bene il sentiero che faremo per il ritorno. Alla convergenza dei due sentieri, nascosto da uno spuntone di roccia, c’è il passaggio per il Passo Giramondo. Dal ghiaione in poi il sentiero è pressoché in falsopiano con continui piccoli sali-scendi. Poche centinaia di metri e si arriva alla meta. La vista ora si apre sul versante austriaco. Iniziamo il ritorno tornando sui nostri passi e al primo bivio ci teniamo a sinistra per scendere alla Casera Bordaglia di Sopra e da qui al meraviglioso Lago Bordaglia. Dalla Casera si riprende il sentiero 142 che scende più rapidamente con alcuni tratti che meritano più attenzione. Molti alberi risultano abbattuti e sembra sia in atto una manutenzione del percorso, che nel frattempo risulta un po’ difficoltoso ma niente di insuperabile. Oltrepassato il piano della Casera Bordaglia di Sotto, il sentiero 142 si immette nel Sentiero Naturalistico 141 e tutto cambia, il passo ora si fa su terreno sicuro, perché il sentiero diventa strada sterrata. Si scende costeggiando il Rio Bordaglia che ad un certo punto si infila in una caratteristica forra. Anche uno steccato di protezione ed un cartello ci avvisa dell’inizio della Forra del Bordaglia. Una deviazione, parallela alla strada, permette di seguire in discesa il percorso della forra ammirandone da vicino i suoi meandri e le sue volte fino alla confluenza nel Torrente Degano. Qui giunti, dai dati in nostro possesso, il sentiero 141 avrebbe dovuto attraversare il Degano su un ponticello in legno, per raggiungere il parcheggio sull’altra riva, ma in realtà il ponte non c’è più, distrutto probabilmente da una piena impetuosa. Due le soluzioni: risalire la riva sinistra del Degano fino in prossimità della cava di marmo, dove c’è un ponte di nuova costruzione, oppure, arrotolare i pantaloni fino al ginocchio e guadare a piedi il torrente. Stanchi e ormai alla fine del giorno, non ce la siamo sentita di farci un altro chilometro abbondante, mentre l’auto era li a meno di cento metri, e allora via, attraverso le basse ma fresche acque del Degano per concludere questo spettacolare anello con “avventuroso” finale fuori programma.

Una grande gioia nel cuore: aver condiviso con mia figlia Sara questa fatica gratificante in mezzo a tanta bellezza.
Grazie Sara!

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