Parrot (Punta), Ludwigshohe, Corno Nero, Piramide Vincent Traversata da Indren

Parrot (Punta), Ludwigshohe, Corno Nero, Piramide Vincent Traversata da Indren
La gita
vicente
5 24/08/2016

Condizioni eccellenti su tutto l’itinerario. Partiti alle 5,15 dal rifugio Gnifetti, abbiamo affrontato la lunga salita fino al colle del Lys 4248m alla luce delle frontali con passo lento e costante. Breve sosta mangereccia in vista del Col Vincent e poi via al colle del Lys, raggiunto il quale veniamo investiti da forti raffiche di vento gelido (un residuo del vento dei giorni precedenti). Coperti di tutto punto, raggiungiamo il colle delle Piode 4285m e attacchiamo le facili roccette che conducono alla lunga cresta di ghiaccio che porta in vetta alla Parrot. La cresta e’ meravigliosa: data l’ora, in fondo alla cresta c’era il sole che spuntava. Raggiunta la cima con un vento notevole, qualche foto di rito e scendiamo con molta attenzione sui nostri passi fino al colle delle Piode.

Altro spuntino e via alla Ludwighohe, raggiungibile senza difficolta’. I crepacci presenti in zona vetta sono chiusi o attraversati da ponti solidi. Sempre sferzati dall’ultimo vento della giornata, arriviamo in vetta e ben presto scendiamo al colle Zurbriggen, pronti per la prossima meta: il Corno Nero. Il nostro compagno, alla sua prima esperienza sopra i 4000m, ci attende al colle, mentre il socio e io saliamo il Corno Nero, piuttosto affollato. Il socio sale veloce con due picche e fa una sosta con due viti in cima al pendio (comunque ben scalinato). Segue traverso un po’ delicato alla stretta cima (meglio tenersi bassi e non farsi ingannare dallo spit presente sulle rocce della cima piu’ elevata, quella senza Madonnina). Sfruttiamo quindi la doppia attrezzata da un’altra cordata, a cui vanno i nostri sentiti ringraziamenti, e ci caliamo alla base del Corno Nero. Attenzione: con corde da 60m attualmente la doppia deposita poco sopra la crepaccia terminale che, percio’, va superata da slegati, facendo attenzione. Per scendere in corda doppia in totale tranquillita’, attualmente, a crepaccia aperta, conviene una corda da 70m. E’ comunque possibile scendere a piedi (con una o due picche, faccia a monte o a valle: si e’ visto di tutto), a seconda delle proprie capacita’ alpinistiche e del tempo che si vuole impiegare. La doppia e’ senza dubbio la soluzione piu’ rapida.

Raggiunto il compagno che ci attendeva, scendiamo facilmente alla base del Balmenhorn, la cui sommita’ si raggiunge con una breve via ferrata. In cima, ammiriamo da vicino la statua del Cristo delle Vette e facciamo una sosta mangereccia nei pressi del Bivacco Giordano. Veloce discesa al col Vincent e attacchiamo l’ultima vetta di giornata, la Piramide Vincent, che raggiungiamo con sforzo modesto, procedendo tranquilli sul facile calottone nevoso. La “manita” e’ completa!

Discesa rapida al rifugio Gnifetti evitando i crepacci dietro il rifugio (attenzione: ho osservato un ponte mollare completamente in discesa, visto il gran caldo), ma portandoci sulla parte alta del ghiacciaio di Garstelet, da cui, in facile traversata, raggiungiamo in breve le corde fisse sotto il rifugio Gnifetti. Recuperiamo le nostre cose e scendiamo a Indren per il rifugio Mantova, completando uno splendido anello.

Avviso ai naviganti (soci CAI) che non intendono spendere 70 euro di mezza pensione o 45 di B&B: il solo pernottamento costa 17 euro. Vista la vicinanza delle funivie, conviene portarsi il fornelletto e preparare il cibo autonomamente. L’acqua del rifugio, se si usano i sali o se si cucina, e’ tranquillamente bevibile: e’ semplicemente acqua di fusione di ghiacciaio. Morale della favola: salire sul Rosa senza farsi turlupinare e’ possibile! Del resto, e’ un mistero come si possa aver voglia di mangiare vari primi e secondi a 3647m salendo dal livello del mare in poche ore, e sempre misterioso ‘ come una colazione possa costare 28 euro (45 B&B – 17 pernottamento =28). Occorre farsi furbi!

Con Andrea S. (orco) e Federico P. (ai suoi primi 4000), entrambi del CAI Ligure, in due giorni da incorniciare! Compagnia perfetta e un plauso in particolare a Federico per il grande approccio all’aria fina dei 4000 e alla tranquillita’ con cui ha affrontato passaggi per lui insoliti e impegnativi!

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