Parias Coupà Sperone Est

Parias Coupà Sperone Est
La gita
attila89
4 24/05/2020

Pilastro molto bello, vario e alto. La neve è presente nell’avvicinamento ma al mattino è abbastanza dura (messo i ramponi per risalire il pendio che arriva alla base del pilastro). La via di arrampicata è asciutta e completamente sgombra da neve, ottima temperatura e scalato in maglietta, io ho tenuto le scarpette-pantofole per tutta la via.
Attacco evidente, abbiamo incrociato le relazioni qui su gulliver e sulla letteratura di riferimento. Nella parte dopo la metà siamo saliti un po’ a naso, si sale abbastanza bene. Ci sono alcuni tiri impegnativi (il camino-fessura larga, faticosa; il tiro seguente; e i due tiri finali, che sono gli unici con roccia dubbia), per il resto le difficoltà sono medio-basse. Noi abbiamo fatto molto conserva, a posteriori meglio fare qualche tirello in più. Eccetto qualche poca sosta a chiodi, sulla via ci sono due chiodi oltre le soste (uscita del camino, e nell’ultimo tiro) ma ci si protegge bene, avevamo qualche cordino, una serie di friend fino al 2 e due microfriend, un mazzetto di nut (usati poco), e una corda singola da 50 metri (“la svolta”). Avevamo chiodi e martello-piccozza, ma francamente non li trovo necessari. La via possiede nella generalità una roccia molto buona e a tratti ottima che ricorda i Cerces, purtroppo ci sono molti detriti sulle cenge e nei canalini, quindi è facile che si smuova qualcosa. Poche cadute di pietre sulla via e nei canaloni intorno.
In discesa, visto che non è concesso toccare il suolo transalpino, abbiamo seguito la cresta in direzione N fino al colletto precedente al Mourjean (tenendo ove possibile il filo di cresta, con scarponi ai piedi) e poi abbiamo messo i ramponi per traversare per cengette esposte e nevai molto esposti fino alla normale del Brec di Chambeyron. Abbastanza pericoloso visto che non aveva rigelato e talvolta si sfondava fino all’ombelico, con il rischio di scapottare.
Per noi, giro in giornata di 14:30 totale, abbiamo percorso abbastanza velocemente la via pur arrampicando abbastanza lentamente, e percorso la cresta fino all’inizio della discesa abbastanza rapidamente. Abbiamo poi perso molto tempo in discesa verso la discesa dal Brec.
Sicuramente consiglierei di dormire al Barenghi e partire presto (e dormire di più la notte prima!). E sicuramente la salita fatta adesso è un po’ fuori stagione, al posto dei sassolini negli scarponi, tanta neve!

Con Trilly e il suo tallone d’Achille.
Nel penultimo tiro non ho trovato la sosta a chiodi sulla “gengia”, ho fatto sosta su friend ed il chiodo (giallo) è un po’ più in alto.
Grazie a Liviell per l’itinerario disegnato sulla foto, mi è sembrato molto preciso!
Un gipeto enorme ci ha sorvolati per due volte, che bella bestia!

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