Salire la parete Nord Est della Pania Secca è davvero emozionante per l’impegno complessivo, per il dislivello e per l’esposizione di tutto l’itinerario. La giornata era un po’ calda e le condizioni della neve e del ghiaccio non erano delle migliori.
Quest’anno ci sono state precipitazioni nevose straordinarie, la parete ha prodotto, nei giorni precedenti la nostra salita, una slavina impressionante che ha abbattuto numerosi alberi. Nel traverso abbiamo incontrato accumuli importanti di neve che ci hanno fatto preoccupare non poco, come sempre, è indispensabile valutare se la parete abbia scaricato.
Alcune relazioni riportano la presenza di numerosi spit, in realtà ne abbiamo trovati solo due e due viti spezzate, segno che qualcuno ha ripulito la via, riportandola probabilmente alle condizioni originarie. Con tutto il materiale a disposizione ci siamo protetti facilmente sfruttando gli alberi e le numerose fessure della roccia, con chiodi, dadi e friend.
La prima parte è sicuramente la più impegnativa, essendoci attardati un po’ per affrontare i passaggi di misto, dopo la terza lunghezza di corda, abbiamo proseguito per lo più di conserva.
Siamo giunti sull’antecima della Pania tra la nebbia, stanchi ma felici.
Avevamo pensato di calarci dal canale Batik ma l’eccessivo innevamento non ci ha consentito di individuare le soste, così abbiamo proseguito per la cima della Pania Secca affrontando dalla sella un passo impegnato, per poi salire in cresta e da lì scendere a valle.
Un ringraziamento a Franco, nostro mentore, per il supporto! E a Stefano per il tifo incondizionato!
Alessio e Mirko