Pania Secca – Cresta Gialunga integrale

Pania Secca – Cresta Gialunga integrale
La gita
davec77
3 07/04/2024
Accesso stradale
Parcheggiare in corrispondenza di una netta curva a destra salendo da Fornovolasco verso la Grotta del Vento, successiva a quella dove parte il sentiero n. 130 (da dove invece si scenderà al ritorno).

La Gialunga è una grande classica apuana che ancora mi mancava…
L’impegno complessivo è elevato, non per il grado quanto per la lunghezza dell’intero giro (farla con una seconda auto al Piglionico non vale… :D) e per il terreno molto delicato. Per questo motivo è una via strettamente riservata agli appassionati della catena.
Avvicinamento: è lungo e in gran parte senza un sentiero definito, ma seguendo le dettagliate indicazioni qui presenti in descrizione ci si trova abbastanza bene. Attenzione solo all’ultimo canale che porta alla grotta del primo tiro: si trova più a sinistra di un netto spigolo e ha due rami che in alto si congiungono, forse conviene salire da quello più a sx. Il canale è ripido e non così facile; 10 m sotto la grotta si trova un albero con cordini e moschettone.
Tiro della grotta veramente molto particolare, si “fora” la montagna per diversi metri, l’uscita è stretta e obbliga a togliere lo zaino ma nel complesso è breve e facile.
Dopodiché si prosegue mooolto a lungo slegati sul filo di cresta, prima facile e a saliscendi, poi in salita ma ancora abbastanza facilmente. Arrivati a una fessura con un vecchio chiodo piegato, attenzione che quello NON è l’attacco dei tiri qui descritti. Da lì mancano ancora un centinaio di metri fino alla sosta con 2 chiodi qui citata, si può eventualmente andare in conserva sfruttando anche un paio di altri chiodi.
Dalla sosta suddetta seguire la precisa descrizione qui presente dei 7 tiri (calata compresa). Porre grande attenzione alla roccia marcissima, specie sulla crestina, che è relativamente facile ma molto esposta. Il passo di IV+ al tiro successivo ha 2 chiodi e roccia fortunatamente migliore.
Dall’ultima sosta su spuntone inizia la parte più pericolosa della via. Ci si slega (tanto le protezioni sarebbero impossibili) e come da descrizione si traversa orizzontali a sinistra un centinaio di metri (traccia appena accennata, quasi inesistente, a sinistra sotto la sosta). Salire poi dritti verso il canale erboso più marcato e più a sinistra dei due che si vedono, e risalirlo tutto, per almeno 100 m di dislivello. Molto, molto ripido. Il terreno è unicamente di erba e detriti, con pochi ed esigui punti di riposo. Manca anche il classico rigoglioso paleo che caratterizza solitamente le Apuane, e che offrirebbe buone prese per le mani.
Verso la fine il canale diventa ancora più ripido, ma con più rocce da sfruttare per mani e piedi. Si sbuca infine a una più comoda sella, da qui si piega a sinistra e per roccette via via più facili si arriva in breve alla cresta sud-ovest della Secca a pochi passi dalla normale. Da qui prevedere circa 3h di simpatica discesa fino a Fornovolasco, passando da Foce di Valli… per fortuna su comodi sentieri CAI e con panorami spettacolari 🙂
Per l’uscita potrebbe essere possibile anche continuare il traverso senza salire nel canale, scavalcando una cresta e poi proseguendo sempre in traverso per “cenge” erbose fino alla cresta fra Uomo Morto e Pania Secca. Non so come possa essere. Il traverso fino alla cresta è comunque molto ripido ed esposto.
Nel complesso comunque una bella (e lunga) giornata, con ambienti bellissimi e temperature praticamente già estive…

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