Percorso adatto a chi predilige gli ambienti poco conosciuti e meno frequentati dei soliti percorsi su facili sentieri. Purtroppo devo notare che anche i sentieri segnati, non sono più i sentieri belli puliti di una decina di anni addietro; sarà sicuramente colpa della crisi e di conseguenza le mancanze di risorse, ma i sentieri sono mediamente molto meno marcati e la vegetazione inizia veramente ad invaderne le tracce.
Giornata all’insegna della instabilità; partito da casa con leggera pioviggine, dopo Traversella non pioveva più, è tornato a piovere leggero, mentre salivo il primo tratto di sentiero nel bosco, giunto nei prati dell’Alpe Giasvere, è cessata la pioggia e si sono diradate le nebbie anche con qualche bagliore di sole. Ma è stato un bel tempo molto passeggero, perché non ero ancora giunto al Bocchetto del Pas del Fej, che sono tornate le nebbie a precludere il panorama, nebbie che sono andate e venute per tutto il resto della gita. A parte l’inconveniente dell’erba alta bagnata, però ambiente spettacolare fioriture di gigli martagoni sotto la casa Mont, poi moltissimi rododendri, sorbi e una miriade di altri fiori nelle praterie, veramente bello. Nel canale sotto il bocchetto sono ancora presenti due nevai, che non danno problemi anzi facilitano la progressione e ciliegina sulla torta, dall’ultimo cespuglio presso il bocchetto, si è involato un bellissimo esemplare di gallo forcello, a non più di 5 metri e mi ha sorvolato pochissimi metri sopra la testa. Discesa all’Alpe Palit alla ricerca di un tempo che fu, e fra le nebbie giù alla ricerca del sentiero e delle baite Granairolo e Mionda; rientro tranquillo a Fondo con un discreto sole.