Pale Rosse (Cima) dall’Albergo dei Forni

Pale Rosse (Cima) dall’Albergo dei Forni
La gita
resca
3 28/03/2015
Accesso stradale
Strada S.Caterina-Forni aperta, nessun problema di accesso
Osservazioni
Nessuno
Quota neve m
2000
Equipaggiamento
Scialpinistica

Ore 08:30 partiamo sci a piedi dal park (credo che si potrà fare ancora per poco in quanto sono già presenti alcuni brevi tratti privi di neve sulla carrozzabile per il Pizzini nei primi 50-100 m di dislivello). Giornata spettacolare con cielo blu cobalto e zero nuvole, complice un vento che ci avvisa della sua presenza sollevando continuamente la neve sulle creste intorno a noi, ma che fino alla leggera depressione in falsopiano dominata dalla mole del Gran Zebrù non si fa nemmeno sentire, rendendo quasi fastidioso il caldo sole di fine marzo.
Dalla conca menzionata fino al rifugio invece vento piuttosto fastidioso e con notevole effetto wind-chill (soprattutto sulla faccia), che si è placato solo una volta raggiunta la più riparata terrazza del Pizzini.
Breve sosta per imbragarsi e sgranocchiare qualcosa, poi partenza verso la vedretta del Gran Zebrù ed il successivo Colle delle Pale Rosse. Fortunatamente in questo tratto, grazie al riparo fornito dalla mole del Gran Zebrù, il vento, comunque previsto in attenuazione, non ci ha dato particolare fastidio. Purtroppo però salendo ci rendiamo conto che le condizioni della neve, a causa del lavoro del vento (soprattutto durante la giornata di ieri) e dell’esposizione, non ci regaleranno una bella sciata, ma ci consoliamo ammirando lo spettacolo di questo ambiente grandioso esaltato dalla limpidezza del cielo. Raggiungiamo agevolmente il Colle dove il vento torna a farsi sentire e quindi ci abbassiamo di una decina di metri per spellare e rifocillarci, abbandonando così l’obiettivo iniziale della Cima Settentrionale delle Pale Rosse (quota 3419 m), in quanto non in condizioni e priva di traccia.
Discesa impegnativa su neve all’apparenza polverosa, che in realtà si rivela abbastanza gessosa (trasformazione già in corso) e che, abbassandosi di quota, riserva tratti infidi di crosta non portante, per poi diventare crosta dura portante dall’ “isolotto roccioso” al rifugio.
Sosta ristoratrice al Pizzini, poi saluto e ringrazio il mio compagno di avventura e mi dirigo solo soletto verso l’auto su crosta dura fino ai 2400 m circa e poi neve primaverile via via tendente al “marciotto” con 3-4 togli-metti fino al park.

Un super-grazie al mitico maO, che ancora una volta ha scelto un itinerario fantastico per il suo amico scialpinista in erba (ma con tanta voglia di imparare)!
maO che, per la cronaca, il giorno dopo è andato in cima al Cevedale per sgranchirsi le gambe …

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