Pain de Sucre, sperone SE della quota 2798 m + Cresta E/SE

Pain de Sucre, sperone SE della quota 2798 m + Cresta E/SE
La gita
william-lee
4 01/07/2019
Accesso stradale
strada del colle aperta. Parcheggiato davanti al Baou.

A guardare le foto delle gite dei due itinerari, cresta SE o ESE viene qualche dubbio su quale abbia fatto, quale sia l’una e quale l’altra o chi dei recensori abbia percorso che cosa. Molte foto sono uguali. Cmq la descrizione dei tiri, la sequenza e le difficoltà corrispondono alla SE.
Avvicinamento che presentava ancora nevai fino al colletto, facilmente evitabili.
Dal colletto abbiamo trovato con facilità una sosta, poi vagato per prati e roccette fino a superare un vistoso ometto bianco. Abbiamo iniziato la via dalla seconda sosta!
Via discontinua con tratti di arrampicata, trasferimenti in canalini erbosi, due meravigliose lame affilate ed esposte, un castello sommitale dalla verticalità impressionante che poi si rivela più facile a farsi che a vedersi. La spittatura è sempre adeguata alla difficoltà e se non ci si sentisse a proprio agio è facilmente integrabile.
Cercando di andare x ordine: la lama di L4 ha ottimi piedi. Il tiro chiave L6 richiede più concentrazione all’inizio dove è meno verticale, in alto, diventa verticale ed esposto ma di soluzione più evidente. L’aggiramento a sx dell’anticima è guidato da ometti, a metà strada ho trovato uno spit su di una placca prizzontale, non ho trovato la sosta per la doppia ma non ne ho avuto bisogno, ho seguiro gli ometti fino in fondo al giro con lieve sali-scendi e poi con qualche passo ho salito e poi disarrampicato il roccione che occlude la strada. Da qui il castello sommitale si staglia verticale e imponente e man mano che ci si avvicina sembra pure una catasta di rocce in disfacimento. Gli spit sono sul filo di cresta a sx, su di un muro da due tiri di roccia buona, verticali ed esposti ma ben gradinati. La sosta di L10 è al cospetto della lama finale, non avevo chiara questa cosa è ho fatto sosta su cordone appena uscito dal muro verticale. Bisogna superare il terrazzino, un piccolo salto di nuovo verticale e scendere sul terrazzone piatto e leggermente inclinato fin quasi a toccare la lama. La lama finale è veramente sottile, avevo quasi paura di spezzarne un pezzo. Ha comunque la bellezza di tre spit.
La discesa è stata semplice, guidata dagli ometti, superando la vetta ci siamo abbassati su pietrisco e poi su grossi blocchi. In tutta la conca c’era neve quasi continua che ha agevolato la discesa alla grande.

Dalla vetta si gode uno spledido panorama, unico neo la continua compagnia della strada del Colle.

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