Ovarda (Scudo di) – vie varie

Ovarda (Scudo di) – vie varie
La gita
andrea-bosticco
5 21/07/2008

Aggiungo qualche foto e la descrizione degli altri itinerari presenti sulla parete.
Le vie sono state tutte aperte dal basso.

1.BALDHUR.
08 settembre 2001. Andrea Bosticco, Fabio Molino e Omar Berutti a fix da 8 mm.
12 giugno 2004. Andrea Bosticco in solitaria richioda la via a fix da 10 mm.
130 metri, 6a+ max, 6a obbligatorio.
La prima lunghezza percorre un diedro entusiasmante, anche se, a onor del vero, risulta essere interessata da alcuni ciuffi erbosi, che comunque non danno fastidio durante la salita. E’ un tiro fisico di quelli alla vecchia maniera, unico nel suo genere nell’intera parete. La seconda lunghezza presenta solo i primi metri difficili, poi l’arrampicata si fa di ampio respiro su placche appoggiate.

2.GMORK.
21 settembre 2003. Andrea Bosticco e Omar Berutti.
120 metri, 6b max, 6a+ obbligatorio.
Anche se all’apparenza il primo tiro può sembrare poco invitante, la via risulta molto bella e di soddisfazione. Geniale il traverso della seconda lunghezza, che attraversa l’enorme tetto, per raggiungere le placche della parete superiore.

3.CONAN IL BARBARO.
20 giugno 2004. Andrea Bosticco in solitaria.
25 metri, 6b max, 6a obbligatorio.
Una bella lunghezza realizzata per esplorare la possibilità offerta da questo diedro a banana dall’aspetto invitante. Il muro di accesso al diedro richiede solo di un po’ di decisione, così come per uscirvi. Molto attraente la vista dalla sosta con il tetto sopra la testa che allunga la prospettiva sul fondovalle.

4.CONAN IL DISTRUTTORE.
20 giugno 2004. Andrea Bosticco in solitaria.
20 metri, 6a max, 6a obbligatorio.
Simpatico monotiro su muro rosso a vaschette. Una lunghezza divertente ma anche un buon riscaldamento. Suggestiva la foglia di roccia che si incontra a metà del tiro (non è strettamente necessario adoperarla). Da non sottovalutare gli ultimi metri prima della catena.

5.AMALTHEA.
28 agosto 2003. Andrea Bosticco e Omar Berutti.
140 metri, 6c max, 6b obbligatorio.
Una bella prestazione in apertura. Ne è venuta fuori una via fisica nella prima parte, tecnica per i piedi centralmente e ditosa nel finale. La prima lunghezza fa impressione, per il vuoto che sembra risucchiarvi nell’antro alla base della parete. Molto fisica anche se non si svolge in una zona compatta della parete. Prosegue per altre due splendide lunghezze in placca, prima su una scanalatura che ricorda i giochi dell’acqua sul calcaree, poi su placca compatta da pennellare. In ultimo, un muro di quelli seri. Compatto e lungo, dove le dita forti fanno da padrone. La chiodatura permette di osare qualunque passaggio. Segno che in apertura ci andavo bello accorto. Spettacolare, in discesa, l’ultima doppia, completamente nel vuoto, sotto l’enorme tetto. Occhio ai capogiri!

6.CATHLEYA.
06 agosto 2005. Andrea Bosticco e Omar Berutti.
130 metri, 6b+ max, 6b obbligatorio.
Una via molto bella ma dura in virtù degli obbligatori. Gli spits sono tutti lontani dal primo all’ultimo, questo per testare la voglia di arrampicare sopra ogni cosa. La prima lunghezza è notevole per la salita in opposizione e il piacere di scalare una placca sfruttando non solo l’aderenza. La seconda supera un diedro che impone subito dei movimenti di decisione, ma il vero spettacolo è il tetto fessurato. Ragazzi, fuori la macchina fotografica! In seguito l’arrampicata si mantiene verticale, con il finale veramente da funamboli. L’arrivo in sosta è mozzafiato. Allunghi notevoli in esposizione micidiale. La fuga di placche sotto i vostri piedi vi farà comprendere meglio il significato. In ultimo un tiro all’apparenza scontato, ma gli ultimi cinque o sei metri saranno per voi la ciliegina sulla torta. Una bella maniera per capire la sottile differenza tra l’arrampicata in aderenza e il grattonage.

7.ANOHUK
20 luglio 2003. Andrea Bosticco e Omar Berutti.
150 metri, 6b+ max, 6b obbligatorio.
Ancora una via notevole. All’inizio si supera una lunghezza divertente su buchi straordinari. Se non vedete gli spits, non spaventatevi, potrebbero essere nascosti in una cavità. La seconda lunghezza è dura, ma la chiodatura è ravvicinata, anche per questioni di omogeneità. Comunque se riesce bene subito, complimenti! Poi un tiro fisico per il tetto centrale, roba da altri tempi! La fessura che incide tutta la parete, sembrerebbe bella a vedersi da lontano, ma purtroppo, è alquanto intasata dall’erba. Ragion per cui è meglio salire la placca a fianco.

8.HAYDEE’.
16 luglio 2005. Andrea Bosticco e Omar Berutti.
150 metri, 6c max, 6b+ obbligatorio.
Modestia a parte, ritengo che sia un vero capolavoro. Da rimanerci pienamente soddisfatti. La prima lunghezza, è veramente un gran bel viaggio. La chiodatura è lunga e bisogna arrampicare. Non è così estenuante come può sembrare a prima vista. Giunti in sosta, vi sentirete decisamente più leggeri. La seconda è geniale per come supera la zona di tetti che difende le placche superiori, c’è voluto buon intuito! Poi, finalmente le placche, più facili, ma i chiodi faranno sospirare. In ultimo ancora una bella pompata per raggiungere una piccola piramide, da scalare centralmente per raggiungere il traguardo. E se siete arrivati fin li…bravi!

9.DEMOGORGON.
15 settembre 2001. Andrea Bosticco e Omar Berutti a fix da 8 mm.
24 luglio 2004. Andrea Bosticco richioda in solitaria la via a fix da 10 mm.
150 metri, 6c max, 6b obbligatorio.
Una via bella, di forti emozioni, completa, che impegna, ma non priva del divertimento. Gli obbligatori non sono mai estenuanti, ma appena accennati. La prima lunghezza, nel diedro, è qualcosa di indimenticabile, a mio giudizio, la più bella della parete. La seconda, spettacolare per il compatto muro che percorre. Bella, anche se decisamente più facile, l’ultima lunghezza, in grande ambiente, con una visuale sulla parete sottostante che si fa scoprire man mano che si sale.

10.FALKOR.
01 agosto 2004. Andrea Bosticco e Omar Berutti.
25 metri, 6b+ max, 6b+ obbligatorio.
Un tiro tutto da guadagnare, di gran soddisfazione, peccato che finisca presto. La vera difficoltà sta nella chiodatura che rende obbligatori i passaggi difficili, comunque mai pericolosi in caso di caduta. La soluzione per superare passaggi obbligatori sta nel credere che dove c’è lo spit c’è una tacca buona dove attaccarsi. Spesso funziona!

11.CORAL.
01 agosto 2004. Andrea Bosticco e Omar Berutti.
120 metri, 6c max, 6b obbligatorio.
Una via completa di tutte le tecniche. Il superamento del muro sul primo tiro è più tecnico che faticoso. Mentre l’ultimo tiro, se fatto in libera e in continuità, è una bella impresa, dove ci vuole una bella pompa. Il tiro centrale può essere visto come di polmonamento, comunque piacevole per i passaggi di pura aderenza che si incontrano strada facendo.

Discesa: si scende in doppia su tutte le vie.

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