Oriana (Placche di), settore sinistro – Barbara & Barbara

Oriana (Placche di), settore sinistro – Barbara & Barbara
La gita
pinin
4 25/08/2019

La via è di grande soddisfazione, forse una delle migliori del comprensorio (almeno del settore sinistro) e per questo merita qualche parola in più del solito. Eppure ed ingiustamente appare poco frequentata, lo si capisce dalla vegetazione infestante alla base, probabilmente per una logistica (gestione dell’itinerario) di non immediata interpretazione: la via è un po’ ai margini, ultima del settore sinistro, con targhetta ormai illeggibile, un po’ scomoda da raggiungere, con possibile equivoco di percorso sul terzo tiro (anche se ormai abbondantemente segnalato in molto relazioni), fino alle discese in doppia non immediatamente individuabili. Ma veniamo alla via:
• L1-L2: la partenza in placca è infida, in libera francamente difficile (ben più del 5b indicato), una prova di aderenza in vista dei passaggi superiori, ma non viene tenuta in conto, probabilmente per la facilità di azzeramento. In seguito i due primi tiri non sono difficili, abbastanza omogenei, di placca, ma divertenti e vari.
• L3: inizialmente placca appoggiata con prese abbondanti (3°), quindi lungo traverso camminabile erboso da percorrere interamente verso sinistra (non farsi attrarre dalla sosta superiore, che servirà per le calate), fino alla sosta vera alla base del muretto, due spit da collegare (il cordone è ormai consunto). Il tiro ha uno sviluppo di oltre 40 metri (e non 30, usando corde corte lo si può completare in conserva).
• L4: tiro clou, la bellissima placca è a sinistra, sul ripiano superiore, caratterizzata da alcune protuberanze quarzifere (ma davvero minime), e da un tettuccio con grosse prese di quarzo, condivisibile il grado indicato 5c/6a, tranne per un passo quasi al termine, liscio e di assoluta aderenza, un atto di fede sulla tenuta delle scarpette, a mio avviso un po’ più di 6a, obbligato.
• L5: è il tiro che mi è piaciuto di più, non faticoso, placca tecnica varia, svasi, concrezioni, lame e tacchette, con qualche passo da studiare (direi 5c), tutto in soli 30 metri.
• L6: tiro finale, un po’ diverso, un po’ più facile, meno placca, più lame e fessure, ma anche un po’ più fisico (per la gioia dei miei gomiti acciaccati), 30 metri e si è sul cocuzzolo (5a/b).
Qualche osservazione per finire sulla discesa: con la prima doppia da 30 m sono tornato alla sosta di L5 (utilizzando la mezza da 70 m con cui eravamo saliti), quindi con le due corde da 50 metri degli amici (che ci avevano gentilmente aspettati), abbiamo raggiunto la sosta fuori via di L3 (quella che inganna molti in salita), altra doppia da 30 fino alla sosta di L2 e quindi direttamente al fondo del viscido canale (al pelo con 50 m).

Con Germana e gli amici Idalba ed Enrico, giornata lunga (per soli 6 tiri e 180 metri di arrampicata, ma la logistica complessa ci ha messo del suo). Immancabile merendona finale e grande soddisfazione di tutti.

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