Ritornati, a quattro anni di distanza, per vedere il quinto tiro, saltato la volta scorsa… e di nuovo l’abbiamo sfilato. La via è carina, ma resta qualche problema di chiodatura: partenza a freddo in delicata placca verticale di aderenza pura (direi 5b) e primo spit (a parte quello alla base … per attaccare lo zaino) posto al termine delle difficoltà, a cinque sei metri di altezza….. ovvero come provare a rifarsi subito le caviglie! poi il tiro prosegue su placche e lame, molto carino, come del resto il secondo, bel muro manigliato seguito da un diedrino non difficile. Bello anche il terzo tiro, placca appoggiata chiodata molto lunga (ma ci sta), mentre stranamente la chiodatura si accorcia nel quarto, placca simile ed allineata, conviene sicuramente unire i due tiri. Infine il quinto tiro, a detta di molti il più bello, ma da sotto ci è sembrato un po’ fisico e visti i reciproci guai articolari, sebbene a malincuore abbiamo preferito aggirarlo sulla vicina Olio di gomito… sarà per un’altra volta…
Oggi in perfetta solitudine, su placche stranamente deserte nonostante la bella giornata di sole. Arrampicata sempre piacevole… speriamo che il nome della via sia di buon auspicio per la guarigione dei nostri acciacchi… ;)