Ometto (Passo dell’) da Molera per il Bivacco Molino

Ometto (Passo dell’) da Molera per il Bivacco Molino
La gita
polarbear62
4 20/06/2014

Partenza da Fraz. Molera, cercando senza esito di seguire le indicazioni di ANDREA72, purtroppo obsolete. Persa la traccia di avvio, abbiamo cercato il sentiero 232 (GTA) che sapevamo passare un centinaio di metri più in alto. Trovatolo, lo abbiamo seguito sino ad incrociare la carrareccia da Mondrone per Pian Pra. Da qui abbiamo seguito il sentiero 233 che sale e supera il Passo dell’Ometto sovrapponendosi per un tratto al Sentiero Balcone. La giornata che si prospettava non eccezionale meteorologicamente parlando, ha subito mantenuto le promesse e dai 2000 m di Alpe le Piane non avremmo più rivisto il sole se non fino al rientro a Molera. La nostra salita si è conclusa al Bivacco Molino, a circa 2300 m di quota, ai piedi dell’Uia di Mondrone che praticamente mai si è scoperta. Si è comunque riuscito a intravedere per qualche attimo il Passo dell’Ometto, raggiungibile in un’altra ora circa, ma per noi non fattibile in quanto le condizioni non erano certo le più invitanti: montagna sempre, sempre con rispetto. Nei pressi dell’Alpe le Piane avvistamenti di stambecchi e marmotte, ripetuti poi sino al Bivacco. La camminata fatta era già stata più che proficua. La discesa dal Bivacco è stata decisa per una via “più dolce” (poveri illusi!) in direzione del Lago Vasuero (non raggiunto a causa della nebbia e della pessima segnaletica, assente totalmente in zona). Toccata l’Alpe le Mule, si è raggiunta Vasuera di Sopra per poi ricongiungersi con il sentiero 233A per la discesa a valle sino alla carrareccia da Mondrone, imboccata a Pian Pra, grazie all’uso combinato di cartina e GPS in quanto, la nebbia e la pessima segnalazione del sentiero ci hanno portato fuori strada diverse volte. Poco male: sapevamo di non essere a rischio “smarrimento”, ma quando la stanchezza si fa sentire, non è simpatico dover ricercare la “retta via” tra cespugli di ginepro e rododendro, con ovvie difficoltà di movimento.
Dalla carrareccia, siamo tornati a Molera per la via di salita, imboccando il sentiero 232 sotto l’Alpe Pian Bosco.

Al CAI si potrebbe chiedere di ripristinare delle condizioni di “visibilità” decenti per i sentieri dell’areale, visto che sulla carrareccia percorribile comodamente in auto (si spera e presume solo dai lavoratori degli alpeggi e dai proprietari delle aziende agricole) ogni 10 minuti di cammino a piedi vi è installata della segnaletica veramente superflua.

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