- Accesso stradale
- nulla da rilevare
Impegnativo l’avvicinamento specie nel tratto ormai fuori sentiero per portarsi all’attacco della cresta in corrispondenza della prima punta che e’ il Bec di Nona. il lichene che ricopre la roccia per quanto solida rende scivolosa la roccia stessa in questo caso particolare perche sempre umida e infida e’ stata sul lato ovest che prende il sole tardi, per il corso dell’intera traversata. Meglio sui lati a est e meglio ancora nelle expo a sud, dove si sviluppa la parte piu’ difficile dell’arrampicata e dove e’ necessario che la roccia sia asciutta. Un infinita quantita’ di sali scendi hanno portato il dislivello complessivo attorno ai 1500m. Tutte le calate sono sicure e ben rinforzate, con cordini gialli attorno a spuntoni gia’ ben visibili a distanza.La Pertze il tratto piu’ impegnativo dell’intera traversata seppur breve 15m di salto dal terrazzino in punta assolutamente verticali, che richiedono un notevole sforzo di braccia. Consigliabile il superarli in scarpette e preferibilmente senza zaino.La maggior parte della cresta in tutta la sua smisurata lunghezza non oppone serie difficolta’ roccia viscida a parte. Percorsa piu’ possibile che si poteva in conserva lunga protetta per velocizzare i tempi. Tuttavia abbiamo sforato non di poco per varie ragioni non ultima l’estrema cautela a procedere inevitebilmente sul lato ovest quando questo si riteneva necessario, dove la roccia saponosa all’inverosimile non consentiva di correre in alcun modo. Gli unici due chiodi di vecchia fattura appartenenti probabilmente ai primi salitori li abbiamo trovati sulla Pertica. Per il resto ci siamo arrangiati, tutte le volte che il caso lo richiedeva, con friend medio piccoli dal 2 al 7/4 BD, piu’ uno medio grande rivelatosi utile in un paio di casi. Non siamo riusciti a tornare in tempo ancora col chiaro l’oscurita’ ci ha sorpreso all’atto di ripenetrare nel bosco appena oltrepassate le alpi Leser di sotto.
Con Angelo in questa bella avventura.