Le poche difficolta’ se si vuole raggiungere la crocettina con triangolino di vetta, consistono nella risalita in artificiale (meglio sarebbe stato se muniti di scalette, fatica di sicuro dimezzata) del breve ma liscio muro verticale punteggiato da una serie di vecchi chiodi (in numero di 5-6) a pressione che sono l’unico mezzo (la chiave) per salire su questo che e’ considerato il punto piu’ elevato dell’intera breve traversata di questa cresta. Cresta che a malapena non piu’ di tanto riesce a ergersi al di sopra gli immensi pianori del Nivolet. Decisamente piu’ semplice riaccedere alla base con breve doppia da ancoraggio ottimo issato ai margini della minuscola piattaforma sommitale a un passo dall’esile croce in ferro di vetta. Il resto essendo solo, piu’ una traversata a rifuggire dai punti piu’ critici ( rischio caduta con conseguenze inimmaginabili) rilevabili sul filo di cresta vera e propria, con deviazioni frequenti lato Nivolet. Il versante tutto sommato piu’ facile con frequenti vie di fuge in corrispondenza di ogni forcella che si incontra avanzando da sud a nord. La pelle e’ la pelle,conviene cmq portarla a casa tutte le volte che si puo”.
Due orette di divertente, rilassante, e nel complesso facile traversata, prima di tornare alla famiglia al traffico e alla polenta che qui si puo’ degustare ottima in piu’ punti lungo il tracciato di fondovalle.