Niera (Roc della) dal Colle dell’Agnello, traversata per Rocca Bianca, Pic de Caramantran

Niera (Roc della) dal Colle dell’Agnello, traversata per Rocca Bianca, Pic de Caramantran
La gita
lele81
3 20/09/2013

Bel giro, anche se lunghetto. Impegnativo forse più per le distanze che per i dislivelli. Siamo partiti certamente non presto, ma siamo tornati tardissimo, godendoci però un fantastico tramonto sull’orizzonte francese.
La prima parte della gita, fino al Colle Biancetta, è puro relax e si svolge in compagnia di pernici bianche… Poi diventa un po’ più problematico trovare la traccia: dal colle, seguire il sentiero che scende verso l’Italia; questo per un breve tratto descrive una diagonale, poi punta direttamente verso i laghi aumentando notevolmente la pendenza. In corrispondenza di questo cambio di pendenza si trovano i due ometti, uno più grande vicino al sentiero ed uno piccino a qualche decina di metri, su una vaga traccia. Rimanendo in quota portarsi sulla pietraia. Nell’attraversamento di questa ed in particolare quando le pietre diventano più piccole, prestare attenzione perchè non vi sono troppi punti stabili. Dal momento in cui si inizia l’attraversamento della pietraia, inoltre, consiglio caldamente il casco, visto che la parete incombente scarica e la quantità si sfasciumi su cui si cammina dà da pensare.
La risalita del canale del Col Blanchatre non è molto agevole, almeno nella parte alta: noi ci siano tenuti sulla destra fino a quando alla base della parere c’è stata un po’ d’erba, poi ci siamo spostati a sinistra su uno scivolo sfasciumoso che conduce ad un altro ramo del canale… forse avremmo fatto meglio a tenerci nel canale principale, visto che, nonostante il fondo che pare talco (potrei sbagliarmi, ma l’effetto scivolamento è quello!), sembra un po’ meno esposto.
Arrivati in qualche modo al colle abbiamo seguito la traccia, costellata di ometti, subendo anche, in corrispondenza dell’attacco della variante, un piccolo bombardamento di pietre da parte di due cordate che ci precedevano, poi abbiamo seguito la normale fino in cima.
La sottoscritta come sempre è una fifona estrema ed ha patito un po’ il primo passaggio su “muretto ben appigliato ma esposto”… tra l’altro, per chi è basso di statura come me, può essere utile sapere che per non dover fare passi da ciclope occorre esporsi un pochino di più spostandosi di mezzo metro più sulla sinistra (sullo spigolo del muretto), oppure infilarsi come uno speleo sul muretto e strisciare fino al rinvio soprastante (in tal caso lo zaino potrebbe dare noia…). Il resto non offre grandi difficoltà, né tecniche, nè mentali.
Al ritorno, vista una incipiente avversione per i canali sfasciumosi, abbiamo deciso di scende passando dal col de la Noire, nella speranza di poter “tagliare a mezza costa” dopo un paio di centinaia di metri, senza scendere fino al rifugio sottostante, per fare ritorno al colle Biancetta. In realtà la vista della pietraia selvaggia ci ha un po’ scoraggiati ed abbiamo finito per scendere davvero fino al rifugio, allungando un po, ma godendoci una tranquilla passeggiata (fatta pure con una certa flemma!) in un bellissimo vallone, alla luce del tramonto ed il crepuscolo dal Col des Chamossiere.
Con il buio temevamo di non trovare facilmente la deviazione per il secondo tornante della strada del colle dell’agnello (dove avevamo l’auto) e che la traccia fosse difficile da seguire, mentre, una volta trovata, questa si è rivelata davvero costellata di ometti che di giorno non avevamo notato.

Bellissimo posto, bell’itinerario (col Blanchatre a parte!), peccato solo che si arrampichi davvero poco (motivo delle tre stelle)…
Grazie a Mauri e Matte, che, da bravi meccanici quali sono, riescono a parlare di leghe, torni, frese e tolleranze anche sotto alla Niera! 😉

Link copiato