Nasta (Cima di) Canalone Sud

Nasta (Cima di) Canalone Sud
La gita
lorry62
4 13/09/2014

Approfittando della bellissima giornata settembrina, ritorno in Valle Gesso per affrontare la mia prima ascensione PD (Yes, we can!).
Diciamocelo subito. La salita alla Nasta per il canalino Piacevolmente Difficile ha ben poco di difficile, ed è molto, molto più divertente degli sfasciumi del colletto della Forchetta (“l’altra” via normale) e della cengia Franosa che ne segue, e che comunque si percorrono al ritorno.
Roccia compatta e grippantissima, perfetta per scarpe tipo approach, ovunque fessure per le mani, molto appoggiata, scarsa esposizione (niente di paragonabile alla cengia dell’Argentera, persino meno della cengia della via della Forchetta). La lunghezza è discreta, niente di stravolgente ma non ti lascia con l’acquolina in bocca. Un buon posto per iniziare a questo genere di salite. Corda e imbrago lasciati nello zaino.
Il fondo del canalino è un po’ scivoloso, meglio portarsi un po’ a destra (ma non tanto a destra, non cambiare canalino): tra fessure e diedrini, oppure si può salire in semplice aderenza, le varianti sono tante, ed è facile spostarsi in diagonale se si vuole sperimentare (cq non si resta mai bloccati).
Non solo questo aumenta il divertimento, ma permette di non stare allineati in verticale al proprio compagno/a di scalata: che qui, l’unico pericolo è quello delle Rolling Stones.
Panorama fantastico dalla cima, c’è bisogno di dirlo?
Alcune parole sul percorso.
La parte più delicata per me è quella fra il Remondino e il lago. Trascurare le tracce, gli ometti e i vecchi segni che risalgono il costone puntando diritti verso la Nasta. Si arriva anche da lì, ma si perde un sacco di tempo e si fa una faticaccia. Cercare invece i nuovi segnali bianco-rossi, che tagliano verso destra e si portano rapidamente sulle placconate, aggirando gli sfasciumi (dal basso non si vede la traccia, si deve svoltare dietro una roccia con due segnalini). Chiedere al rifugio. Oppure seguire la traccia GPS di Open Street Maps. Si allunga un po’, ma le gambe ringraziano, e si guadagna tempo per poi fare magari anche il Baus.
Dal lago di Nasta (bellissimo!), per chi viene la prima volta, ci può essere qualche dubbio su quale sia il canalino da risalire (e Gulliver non aiuta, ci sono due itinerari “normali”, entrambi “per uno stretto canalino” “che si diparte dal lago di Nasta”, ma non è mica lo stesso canalino).
Sulla pietraia per la verità c’è qualche traccia di sentiero, con ometti e tracce rosse qua e là, ma bisogna proprio capitarci sopra per distingerli.
Una tecnica è andare dove sono gli stambecchi: che con istinto infallibile, si coricano di traverso proprio dove passa il sentiero, e poi non ne voglio sapere di spostarsi (vedi foto).
Comunque allego una foto imbruttita per farvi vedere dove passare. Il canalino “giusto” è quello al cui si termine si intravede, stagliata contro il cielo, una roccia con due ometti affiancati, a metà fra le due cime della Nasta (vedi foto).
Di ritorno al Remondino: merita chiedere un tagliere, per accompagnare il meraviglioso pane cotto al rifugio.
Tempo di salita: 4 ore nette dal parcheggio (1h30 al rifugio), ma almeno mezz’ora di troppo ravanando sul ghiaione prima del lago di Nasta.
Non attardarsi troppo a scendere, il microclima dall’Alta Valle Gesso è inesorabile, nonostante la giornata splendida alle 17 dal nulla sono sbucate minacciose nuvole scure.

Con il mitico Alessandro.

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