Effettivamente e’ stagione un po’ tarda per una salita del genere. Presenza di ghiaccio vivo sotto il col Jean Martin e spolverata in cresta con verglas, non hanno reso di certo il compito facile. E’ lo scotto da pagare quando si decide di salire una grande montagna quali che siano le condizioni. Favorito in questo duro cimento, grazie alla bella giornata con neanche una nube in cielo, nemmeno a invocarla. Rivissute le medesime emozioni del gulliveriano Mountain a nove anni di distanza. Lasso di tempo sufficiente a far capire quanto scarsa sia la frequentazione di questa imponente montagna da parte degli alpinisti. Infida la cengia che dal colle reca l’accesso in cresta (abbordata con una breve discesa in doppia). Roccia nel complesso buona, ma ricoperta di verglas, superata tuttavia senza fare uso dei ramponi. Resto della cresta fino alla vetta, salita adottando tutte le precauzioni del caso. Discesa con tre doppie di ca 20mt (ancoraggi in posto). In 5h dal rifugio. Una vera perla la conca che ospita il rifugio, con il bel lago annesso, paesaggio di grande bellezza in netto contrasto con l’ambiente severo che si incontra dai tremila mt in su’. Unico alpinista..il sottoscritto in mezzo a una moltitudine di randonners, approdati fin quassu’ a frotte principalmente per la visita in fila indiana alla Pierre Percee’, giro dei laghi, al Col de la Muzelle e per far foto..tante foto!