Mucrone (Monte) – Ai-Brix

Mucrone (Monte) – Ai-Brix
La gita
pinin
02/08/2015

Non metto le stelline, senza alcuna connotazione negativa, ma commentare una via di arrampicata di oltre trenta tiri dopo averne fatti tre (primo salto), è come giudicare un ristorante dopo l’aperitivo. Qualche considerazione ed informazione spero che possa aiutare almeno a raggiungere l’attacco un po’ prima di quanto successo a noi :-((. Ovviamente non avevamo nessuna intenzione di farla integrale, ma qualche tiro in più…. vista anche la promessa di ottime vie di fuga…. Nel merito dell’aperitivo: bello il primo tiro, roccia ottima e neppure troppa erba (visto il contesto), il muretto finale ha un passo non facile (verticale con prese per le mani sfuggenti), o si hanno mani forti o ci si deve muovere con buona tecnica, in ogni caso serve la padronanza di un grado più elevato del 4c dichiarato; secondo tiro molto facile ma molto erboso; terzo tiro divertente, con placca finale davvero carina. Segue l’uscita sul pianoro sovrastante per erba e roccette (c’è uno spit, eventualmente ci si può ancora assicurare) e cinquanta metri di trasferimento al secondo salto per erba e poi pietraia, se si sono usate le scarpette nel primo salto forse conviene toglierle. Il secondo salto attacca verticale, visto da sotto sembra ci siano buone prese, ma è solo un’impressione non verificata, per noi la via era già finita. La via di fuga sulla sinistra non è propriamente “ottima”, canale erboso ripido e delicato, da cercare con circospezione e ovviamente niente ometti, forse con un paio di doppie sulla via si fa prima, per questo molto consigliate due mezze corde da 60 m, anche perché i tiri sono di 30 m giusti o anche abbondanti, doppiare una mezza non conviene.
Ma veniamo all’avvicinamento, dal ripetitore del tracciolino con il segnavia D41 (o anche tutto per strada fino alle Sette Fontane con il permesso). Sentiero C17 in seguito, resta ben segnato e facilmente percorribile, anche se evidentemente poco frequentato. Dopo meno di un chilometro dall’Alpe (circa mezz’ora) si attraversa un riale (abbastanza inciso e normalmente secco, che scende con tutta evidenza dal colle del Limbo, mentre il vero Rio Asciutto, alcune centinaia di metri più avanti, peraltro molto suggestivo, non va assolutamente raggiunto, né tantomeno l’Alpe Carera, tornare indietro subito!) e dopo altri 100 m (un chilometro giusto dalle Sette Fontane) si raggiunge lo sperone erboso (quota m 1660 per i più tecnologici) indicato nella relazione di itinerario, dove bisogna abbandonare il sentiero segnato, anche se da lì non si scorgono né ometti né alcun segno di passaggio. Risalendo per la massima pendenza si cominciano a scorgere gli ometti e l’attacco della via, circa 150 metri dal sentiero ed 80 m più in alto (1745 m), dove è stata apposta una targhetta in ricordo di Fabrizio Marciandi (cui è dedicata la via). La targa bronzea si può individuare anche dal sentiero (buona idea portare un binocolo, ovviamente noi non l’avevamo). Ancora meglio portare il gps e seguire la traccia che allego, depurata delle nostre estemporanee divagazioni ;-). Dalla partenza del tracciolino sono 5 Km giusti ed un paio d’ore di tempo (o anche qualcosina in più), con passo escursionistico e soste normali.

Con Germana come sempre, noi abbiamo impiegato un po’ di più per trovare l’attacco (non dico quanto per vergogna, colpa nostra beninteso, bello smacco per due escursionisti di consumata esperienza!!!!!), in compenso abbiamo ispezionato le pendici sud-ovest del Mucrone come pochi altri 😉

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