Una gita lunga e per alcuni aspetti simile ai Picchi del Pagliaio ma senza gli stessi passaggi di arrampicata di questi. Avevamo con noi la corda e alcune fettucce ma non ne abbiamo fatto uso. Lungo il percorso che porta in cima, sul versante settentrionale, si trovano ancora tratti innevati che non creano però difficoltà. Dopo aver seguito quasi sempre il filo di cresta ci siamo trovati in cima senza esserci accorti di essere passati sul “tratto molto affilato e obbligatorio” di cui parla la descrizione. Tutt’altra storia invece per la discesa: scartata l’idea di scendere da uno dei canali che ci sono sul versante sud, non conoscendone le reali difficoltà, siamo andati alla ricerca della via normale che dopo un tratto di cresta si abbassa sui pendii del versante nord (ricoperti da un metro di neve) aggirando una bastionata. Abbiamo faticato per più di un’ora ad aprire una traccia nella neve molle su un pendio la cui inclinazione, ogni tanto, ci faceva sorgere il dubbio di quanto fosse “salutare” quello che stavamo facendo.
Nel complesso, insieme a Flavio, è risultata una bella gita resa tale anche dalla bella giornata di sole e dalla bella vista che si gode, oltre che sulle montagne circostanti, anche sul sottostante Pian degli Asciutti.