gita di ripiego; partiti per raggiungere il bivacco gervasutti, pioveva e le nuvole erano basse e nere; prima alternativa, saliamo al torino, le nuvole da quella parte sembrano più alte e bianche, e puntiamo alla cresta del marbrè … non abbiamo nut e friend!; seconda alternativa: il dalmazi, ma la pioggia aumenta di intensità. non pare la giornata buona. un suggerimento esterno ci indica il monzino: cambiamo quindi valle, la pioggia è leggera e il cielo sempre più sgombro; si parte poco convinti; man mano però il paesaggio rende onore alla gita (le 4 stelle); i due tronchi di ferrata sono assolutamente facili ma i 1000 mt circa di sviluppo senza pause (causa possibile peggioramento meteo)rendono l’escursione faticosa “il giusto”. da non dimenticare assolutamente il NON segnalato terzo troncone di ferrata che conduce alla vetta della guglia di chatelet che si trova opposta al pendio erboso finale che porta al rifugio; quest’ultima ferrata completa l’escursione; proseguito 20 minuti circa dopo il rifugio fino quasi a 2700 per curiosare i seracchi; alle 13 esce beffardo il sole!
lezioni della giornata: 1) portarsi sempre in macchina tutta l’attrezzatura (con le protezioni avremmo tentato il barbrè) e le calzature; (percorse le ferrate con gli scarponi da alpinismo anzichè con le scarpe tecniche: un tormento inutile
2) preparasi sempre una gita alternativa per evitare di cercarla “al buio” sul momento; un grazie a chi ci ha suggerito il percorso del monzino