Bianco (Monte) Hypercouloir du Brouillard

Bianco (Monte) Hypercouloir du Brouillard
La gita
simonecima
5 02/04/2021
Accesso stradale
Ok

Condizioni eccezionali per questo incredibile versante.
Oltre alla linea in questione, sono formate Notre Dame e Hypergoulotte, mentre non sono presenti Brouillard Givrant, Patagonic e Innominette.
L’avvicinamento attualmente presenta neve continua da circa 1800 metri ma la traccia a piedi e perfetta e permette di arrivare ai bivacchi e all’attacco della via senza dispendio di energia.
Mi sono permesso di gradare i tiri in un’ottica molto moderna.
Tuttavia, per una salita di questo stampo, in modo altrettanto rispettoso ricordo che un conto è scalare scarichi sapendo di scendere in doppia dopo qualche ora mentre un conto è scalare l’ultimo tiro a 4200 con lo zaino…
Tutta la salita è attualmente ben proteggibile su viti medie e le camme fino allo 0,75 sono utili per le soste.
Il canale di uscita è tracciato e rapido, così come le due lunghezze di misto per uscire sul Brouillard.
La cresta, invece, è in condizioni mediocri quando non pessime: neve non trasformata e molto areata.
Ma il tratto più frustrantee’ stato il traverso dal Monte Bianco di Courmayeur fino alla vetta: dove normalmente l’animo si libera e si cammina in piano fino al colle Mayor, ora si fanno tiri orizzontali su ghiaccio verde a 30 gradi, proteggendosi con le viti…
Discesa su Vallot/Gouter/Nid d’Aigle/Les Houches perfetta.
Per i ripetitori..
Io e Erik ci siamo mossi con una Joker da 50 metri, camme fino allo 0,75, 8 rinvii e 9 viti di alluminio.
In tutto abbiamo fatto tre tiri sulla goulotte e il resto in cordata mobile.
Pur non essendo allenati, in 3,50 ore eravamo entrambi fuori dalle difficoltà.
Con Marcello, Ale e Marco, dietro di noi.

Il tempo di salita vuole essere un aiuto ai prossimi ripetitori di questo incredibile itinerario, ma nel mio caso indica poco o nulla.
Poiché io, in realtà, ci ho messo trentacinque anni a salirlo.
Questo è il tempo che ho trascorso a sognare questa via.
Una linea di selvaggia bellezza, in mezzo a una cattedrale di granito rosso fuoco.
Ma l’estasi mistica si infrange sull’umanità e ho affrontato l’ultimo tiro, sognato per decenni, scalando in modo meccanico e distaccato ma con gli occhi che si gonfiavano e si liberavano appeso ai chiodi di sosta.
Il resto è fatto di sorrisi agli amici e un grazie grande come il cielo a Erik, una macchina da guerra che si pascola il nonno nei suoi scampoli di gioventù…
Un sentito ringraziamento ancora a Francesco SpeedMetal” Civra: un bel calcio me lo ha dato pure lui…

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