Mongioie (Monte) Via Comino-Garelli, canale dx

Mongioie (Monte) Via Comino-Garelli, canale dx
La gita
sborderzena
26/03/2011

Gita in compagnia di Andrea Skenone e Alain-Diego_Flowered. Lo scorso anno con Andrea avevamo fatto tentativo, poi abortito a causa di numerose placche ghiacciate sia a vista sia soto il sottile manto nevoso. Troppo rischioso scendere. A 100m dall’uscita dietro-front con picche e ramponi. Però avevamo visto itinerario e linea da seguire.
Un’anno dopo. Andrea in settimana fa discesa su Liguri e osserva lo stato della neve e soprattutto la direzione del vento dei giorni scorsi. Per lui è a posto. Io qualche dubbio ce l’ho. Alla fine mi convinco. Si va a vedere. Al massimo si torna indietro. Salita veloce al Bocchin e poi discesa in direzione conoide. La neve inizialmente cotta, diventa via via salendo farinosa densa. La parte bassa si presenta perfetta, allora più convinti procediamo spediti. Rampa d’accesso. Traccio. Mi raggiunge Alain e mi passa davanti. L’ambiente è superbo. La luce dorata sfiora le gialle rocce della parete. La neve scintilla al sole, azzuro-cielo nell’ombra. A due terzi di parete la pendenza è notevole e si fatica a salire.La pancia sfiora la neve. Usciamo da una piccola crestina nevosa e davanti a noi l’ultimo tratto prima di uscire. Ben innevato e privo di cornice. Raggiungo velocemente Alain e aspettiamo di vedere spuntare Andrea. Si fermerà all’uscita, mentre noi raggiungiamo la croce di vetta. Cambio veloce, così come la discesa per cresta per raggiungere l’ingresso del canale. Propongo ad Andrea di scendere per primo. Suo è il merito se siamo venuti a “vedere”. Mi dice di andare. Entro in parete la neve dà ottime sensazioni. Curva. Poi un attimo e altra curva. La neve tiene. Allora raggiungo quella che Alain chiama la “canaleta”. Attendo i Compagni(questa è per Andrea!) e poi di nuovo giù. Pendenza ed expo obbligano a sciare controllati, ma la neve è quella giusta. Un buco nella neve ci fà tribolare. Passaggio molto insidioso,il momento più critico della discesa. Si continua a scendere. Una curva, un’altra curva e “screek” ghiaccio sotto la lamina, proprio in backside. Un attimo, poi altra curva verso la neve. Superiamo parte ghiacciata e dopo un pò di curve siamo all’imbocco della rampa bassa che permette di accedere al canale. Siamo fuori dalle balze. Andrea e Alain danzano sereni. Io li guardo e sorrido. La memoria si riempe della giornata.
Il ritorno è dolce, la fatica non si sente. Al Bocchin una nebbia densa ci accoglie e un silenzio velato avvolge le nostre voci. Giù su neve molla, ma sciabile. Poi saranno, boschina, jungla, voragini nella neve e scivoloni sull’erba prima di raggiungere il sentiero che ci porta facilmente verso Pian Rosso. Alla macchina la birra è come acqua nel deserto e dolce come il miele.

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