Monfandì da Pianetto

Mentre sali cerchi di capire dove è la meta, che si nasconde fino agli ultimi metri e pensi: “prima o poi arriverà il momento di scendere” e quando finalmente arriva hai i muscoli inaciditi dalla fatica e dalle troppe guce. Girati gli assi con le punte verso il basso cerchiamo di azzerare il lungo traverso A/R puntando nei tanti canaletti riparati dal sole, ottima farina a cristalli ben definiti, sciando sul bordo della grande balza che interrompe la continuità dell’anfiteatro. Il primo passaggio utile è su una rampa gelata con poca neve vista la pendenza(>45°)da derapare con cautela, per poi continuare la discesa con momenti di GrandeSki. Sul piano cambia la musica, la neve diventa pastella, dolcemente sciabile, si bordeggia il rio Arlens attraversandolo più volte. Un passaggio sospeso su labili ponti di neve in riva sx immette sul frassineto finale e passando sotto un larice bisecolare si scavalca l’ultimo ponte di legno senza mai staccare gli sci dai piedi. Mi è molto piaciuto qesto gitun, explorativo, vario, con tanti passaggi da ricercare e grandi spazzi da tritare e un micro-canyon da scivolare. Lo stendardo all’imbocco della valle recita:” benvenuti in una valle fantastica”… ed effettivamente.
Birrone post gita coi migliori luminari dello scialpinismo canavesano incontrati in discesa. Salute