Salita strappata per i capelli ad un meteo inclemente che va studiato ormai con ossessione per riuscire a tirare fuori il “coniglio dal cilindro”.
Speravo in un rasserenamento notturno e così è stato. Partenza alle ore 4 da Pont con una bellissima stellata. Solita salita fino al Vittorio e con un discreto rigelo sul ghiacciaio ci muoviamo verso la nord. Le condizioni sono leggermente mutate rispetto a due giorni fa a causa delle piogge di Venerdì e Sabato mattina che hanno cancellato totalmente le ultime tracce e reso il pendio marcetto in basso e mano a mano più duro fino allo spesso verglass incontrato nella parte finale sulle rocce. La salita del pendio in neve non richiede particolari abilità e a parte la tribolazione di oggi nel ritracciarlo, è bastata una picca e non c’è stato motivo di legarsi. Diverso il discorso in alto dove le rocce erano per buona parte ricoperte di ghiaccio e non c’era modo di afferrarle con sicurezza. Io ho optato per prendere uno stretto canalino invece di proseguire sulla destra dopo il pendio, ma questo è risultato in alcuni punti in ghiaccio a tratti sottile su placche rocciose (meglio proseguire a destra su neve). Da qui il socio ha saggiamente richiesto l’uso della corda che abbiamo utilizzato fino in cima facendo sostanzialmente della conserva corta. Solite rocce rotte da toccare con delicatezza e poi vetta. Ahimè il meteo capriccioso a metà salita ci ha regalato vento e nebbia fitta, così che il panorama dalla cima è stato precluso. Discesa per la via normale fino al gendarme, brancolando nell’invisibilità, fino a prendere il canale che scende alla sua sinistra (faccia a valle) oggi in buone condizioni per una discesa sicura. Nessuno incontrato sul percorso.
Con il socio Stefano che non si è fatto intimorire dalla sua prima nord in condizioni un po’ più pepate.